Monza – In aumento le truffe agli anziani. L’allarme arriva direttamente dalla procura di piazza Garibaldi, dove il fenomeno ha subìto una preoccupante impennata proprio in queste ultime settimane. Cinque, anche sei nuovi fascicoli al giorno, che passano sul tavolo del procuratore capo Corrado Carnevali. «È un fenomeno che va a ondate, è questo è un periodo in cui assistiamo a un notevole incremento di truffe, tutte compiute con le stesse modalità», conferma il numero uno di piazza Garibaldi. Il problema è stato riferito dal procuratore ai vertici delle forze dell’ordine in occasione del recente incontro tenuto in Prefettura. Le truffe, a Monza, ma amche nei Comuni limitrofi, sono pianificate.
La vittima di turno, solitamente un anziano, viene avvicinata per strada da un uomo tra i 30 e 40 anni, che lo chiama per nome. Lì sta l’abilità del delinquente, che conosce in anticipo non solo il nome dell’anziano, ma anche quello del figlio. E la scusa dell’approccio è proprio quella: il figlio che ha avuto un incidente stradale, e quindi la richiesta di soldi «per recuperare la macchina». Altrimenti la richiesta di contante viene giustificata per un fantomatico «acquisto del computer». Tutte menzogne. Che però, in molti casi riescono a trarre in inganno le vittime. Per rendere ancora più credibile la vicenda, infatti, le vittime vengono messe in contatto via telefono con un complice del truffatore, che finge di essere il figlio in difficoltà, bisognoso di denaro contante («Dagli i soldi papà», si sentono dire). A quel punto la vittima viene talmente suggestionata, e spaventata, da recarsi in banca, accompagnata dall’imbroglione, e qui chiede di prelevare somme anche di cinque-seimila euro. A quel punto, l’unica àncora di salvezza per scongiurare la truffa sta nell’impiegato di banca.
«Il mio elogio va ai funzionari più attenti, che conoscono certe dinamiche, tranquillizzano la vittima e attraverso una serie di domande cercano di capire quello che sta succedendo – commenta il procuratore -. Il mio appello è rivolto a loro, perché continuino a vigilare, ma soprattutto ai parenti degli anziani, perché avvertano i loro cari di evitare certi contatti per strada con gli sconosciuti». Poche regole molto semplici per non ritrovarsi vittime di un reato odioso come quello della truffa. Rifiutare l’offerta di parlare al telefono con il figlio o la figlia: piuttosto chiamare direttamente con il proprio cellulare per accertarsi che vada tutto bene. Non accettare passaggi in banca da sconosciuti e, infine, «non aver paura di chiedere aiuto, se ci si sente in difficoltà».
Federico Berni