Monza, protesta alla Manzoni:"Tutti gli alunni restino qui"

Monza – “Non vogliamo dividere i bambini della scuola Manzoni”. Questo l’appello dei genitori che hanno sottoscritto una lettera, inviata al provveditorato agli studi di Milano. Come spiegano: “Quest’anno 31 bambini sono iscritti alla classe prima, la legge prevede che le classi siano formate da un numero minimo di 15 alunni fino ad un massimo di 25. Noi genitori eravamo convinti sarebbero state fatte due sezioni, abbiamo saputo però che sarà formata una sola prima, forse con 25 alunni mentre i restanti sei saranno mandati alla scuola Citterio.

Il problema non è il trasporto dei bambini, il disagio, il problema vero è lo sradicamento dei bambini che non potranno frequentare la scuola del loro quartiere. Noi viviamo in una realtà particolare, di confine tra la realtà di Brugherio e quella di Monza, due realtà estremamente diverse, siamo in mezzo a queste città, fieri però della nostra peculiarità e della nostra tipicità di quartiere vivo in cui le due realtà aggreganti sono costituite dalla Parrocchia e dalla Scuola elementare che tutto il quartiere Sant’Albino sente come sua.

I legami con la città di Monza non sono molto forti, per usare un eufemismo, ed anche adesso la recente ristrutturazione delle realtà parrocchiali in comunità pastorali ci ha visti assegnati all’ unità pastorale di Brugherio e non ad una monzese. Davvero i bambini che dovranno frequentare la Scuola Citterio, quale che sia il criterio di scelta, saranno dei bambini sradicati da un territorio in cui vivono perché difficilmente questa “ assenza “ dalla vita della loro scuola potrà essere recuperata in un altro modo: di fatto questi bambini, anche se per ora inconsapevolmente, vedranno deluse e tradite le loro aspettative. Sappiamo bene che i tempi non sono facili e che il rigore nelle scelte è d’obbligo ma siamo anche convinti che i soldi investiti nel futuro dei nostri bambini siano quelli spesi meglio ed in questa ottica due sezioni di prima elementare alla Scuola Manzoni non costituiscono certo uno spreco perché investiti sulla possibilità di mantenere vive le radici di un territorio, di mantenere viva la memoria di un quartiere che della sua scuola fa il proprio fiore all’occhiello. Chiediamo una mano per non sradicare i nostri bambini da una realtà ancora bella perché piena di valori: per questo la nostra richiesta ci sembra legittima e giusta”.

L’amministrazione si è interessata al problema, Pierfranco Maffè, assessore all’istruzione ha contattato il direttore regionale per trovare una soluzione, il problema come ha spiegato lo stesso dirigente Giorgio Spadafora: “Pensavamo ci venisse assegnata un’insegnante così da poter fare due classi, come avevamo preventivato. A oggi però non ci è stato comunicato nulla dal provveditorato, nel corso del consiglio d’istituto decideremo i criteri di esclusione con immenso rammarico da parte di tutti noi”.
Alessandra Sala