Monza – Una frustata gelida ogni volta che si apre la porta: è quella che colpisce continuamente gli uscieri della Provincia e i collaboratori delle associazioni che hanno la postazione al piano terra di piazza Diaz. Nei giorni scorsi è diventato quasi impossibile resistere seduti alle scrivanie, tanto che i commessi hanno cercato di ripararsi sistemando alcuni cartoni sotto i loro tavoli. «Non si può lavorare in queste condizioni- protestano- non è rispettoso. Le folate ci trafiggono le gambe, ormai indolenzite, tanto che non riusciamo a rimanere seduti».
Gli uscieri sono stretti in una morsa: di lato il freddo arriva dall’esterno, alle loro spalle da una scala che sale dalle cantine. «A qualche impiegata – spiegano – i dirigenti hanno portato le stufette, a noi niente: questa è la considerazione per la gente che lavora». «Stiamo cercando – replicano dal settore Patrimonio – di risolvere la situazione. Abbiamo collocato le stufette, abbiamo aumentato la temperatura dell’acqua che circola nelle tubature, abbiamo coibentato l’ammezzato, abbiamo montato alcuni vetri per riparare le scrivanie e a breve avvieremo le opere bloccare l’aria che proviene dai sotterranei».
Il disagio, aggiungono, dovrebbe diminuire nei prossimi giorni quando la temperatura si alzerà di qualche grado: «I problemi – proseguono i tecnici – sono dovuti all’ondata di freddo. Lo scorso inverno, come del resto nelle passate settimane, non abbiamo ricevuto particolari lamentele». Sono stati costretti a battere i denti anche i partecipanti agli Stati generali del turismo inaugurati venerdì scorso in una Villa Reale ghiacciata. In molti hanno seguito l’incontro con cappotti e giacconi dato che, a causa di un disguido, le sale sono rimaste gelide. Ancora una volta il telefono dei tecnici provinciali ha cominciato a squillare fino a diventare rovente: dopo un sopralluogo hanno risolto l’inconveniente portando nell’ex reggia le potenti stufe che, a Palazzo Isimbardi, erano utilizzate per riscaldare lo spazio Oberdan di Milano.
Monica Bonalumi