Monza – Il primario avrebbe convinto i magistrati, l’inchiesta sul sangue infetto che ha travolto l’ospedale San Gerardo di Monza potrebbe ridimensionarsi. Nessun reato, solo illeciti amministrativi. E’ stato sentito mercoledì fino a tarda sera in Procura, Andrea Gori, il primario del reparto malattia infettive, accompagnato dal suo legale Raffaele Della Valle. Ha spiegato tutti gli aspetti dei protocolli adottati dal reparto negli studi sulle malattie infettive e in particolare l’Aids.
Il primario è indagato di peculato, falso ideologico e materiale e truffa ai danni dello Stato a vario titolo insieme ad un’altra decina di persone, tra i quali medici e ricercatori. Il medico non dovrà più essere sentito: «Ha chiarito la sua posizione – ha detto Della Valle – Ha spiegato che i prelievi di sangue multipli sono necessari perchè bisogna mantenere il campione di sangue originario e verificare se intervengono miglioramenti».
Le sperimentazioni, avrebbe detto Gori: «Sono tutte protocollate e riconosciute e ottenute con il consenso dell’avente diritto» ma ha anche specificato che si tratta di procedure in continua evoluzione: «possano comportare un campionamento con diverse ritualità». L’inchiesta era partita da una denuncia interna all’ospedale presentata ai carabinieri di Seregno dalla quale sarebbe emerso un quadro di marcata illegalità: prelievi in eccesso di sangue falsificando le cartelle cliniche e i consensi informati, sangue poi trasportato con borse frigo a Milano per sperimentazioni cliniche parallele.
Le dichiarazioni di Gori e quelle degli altri indagati avrebbero decisamente ridimensionato l’inchiesta che potrebbe raggiungere l’epilogo soltanto con illeciti amministrativi legati alla gestione delle cartelle cliniche dei pazienti.