Monza Brianza, il forum Unescoe una questione di buon gusto

Monza Brianza, il forum Unescoe una questione di buon gusto

Ornago – Una questione di gusto, di buon gusto, e non solo di buone maniere. Perché hai voglia a dire che questa è una Provincia, che è un territorio a tutto tondo, con una sua identità e una sua storia. Poi quando l’occasione c’è, per dimostrarlo, viene persa. Con una disarmante conclusione: altrove – in Francia – non sarebbe successo. La pensa così il presidente del Consorzio cuochi della Lombardia, Matteo Scibilia, ristoratore patron dell’Osteria della Buona condotta. Che ha preso carta e penna e ha scritto una lettera aperta che ha come destinatari ideali i ministri di agricoltura, beni culturali e turismo.

Tema: la cena di gala per il forum della cultura Unesco a Monza. «Quale migliore occasione per “raccontare" le nostre tradizioni enogastronomiche, facendole degustare a tutti gli ospiti intervenuti? Invece i giornali descrivono un menu non proprio del territorio, e come dargli torto: orecchiette pugliesi (ne sono felice, sono di Bari di origine) con pomodori e rucola (verdura onnipresente), riso basmati e cous cous, roastbeef all’inglese, finendo con profiterole e crema chantilly, tutto politically correct, sicuramente piatti buonissimi e all’altezza della situazione. Peccato, in Francia non sarebbe successo, le eccellenze del territorio sarebbero state coinvolte, i migliori chef chiamati a cucinare, i prodotti più rappresentativi del territorio serviti».

Per esempio. Per esempio c’è una nuova realtà, il Consorzio cuochi della Lombardia, che sta facendo da pochi mesi uno sforzo senza precedenti, in questo territorio, per rivitalizzare una tradizione gastronomica pressoché estinta. Dimenticati? «Quando si parla di Francia, il pensiero corre sì alla torre Eiffel, ai castelli della Loira, alla Normandia – sottolinea la lettera – ma sempre il pensiero ci porta anche al cibo e al vino di questi fantastici luoghi. Noi ristoratori sappiamo per esperienza che là, in Francia, sono gelosi di tutto questo, è la loro forza, la loro storia, la difendono a denti stretti in tutto il globo. Eravamo convinti che anche noi ci potessimo pian piano esprimere cosi, di creare un rapporto con le istituzioni convinti che quando si parla di territorio si parla di cultura, di arte, di industria e quando si parla di turismo anche di cibo e di vino».

Niente accuse, niente polemiche, solo la constatazione che i migliori sforzi si vanificano in un attimo. Nella scelta di un menu. E allora, per dirla con Scibilia, «peccato, una occasione mancata. Speriamo domani».
Massimiliano Rossin