Minaccia di buttarsi dalla gruMeda, pompiere-eroe lo salva

Vincenzo Brunno è il pompiere-eroe che giovedì mattina ha salvato la vita a un egiziano di 43 anni. Quest'ultimo, salito su una gru in un cantiere a Meda, ha minacciato di gettarsi nel vuoto. Salvato dall'intervento dei soccorritori.
Minaccia di buttarsi dalla gruMeda, pompiere-eroe lo salva

Meda – «Gli ho parlato della sua famiglia e gli ho detto di pensare ai suoi figli». E’ così che Vincenzo Brunno, vigile del fuoco effettivo di Desio, ha salvato l’egiziano di 43 anni che questa mattina ha minacciato di buttarsi dalla gru del cantiere nel quale stava lavorando in via Mazzini. L’allarme è stato dato dai colleghi che si sono ritrovati davanti una scena da pelle d’oca: da una gru di 40 metri circa, il capo operaio ha deciso di esternare senza mezzi termini la sua situazione di difficoltà. Già in mattinata c’erano stati alcuni litigi per questioni economiche, tanto da richiedere un primo intervento dei carabinieri di Meda sul posto nelle prime ore del giorno.

A seguire, gli stessi militari, insieme ai vigili del fuoco di Desio e Seregno, alla polizia locale di via Isonzo e all’Avis Meda, sono arrivati ancora nel cantiere del palazzo ex Mascheroni di via Mazzini dove il problema non era più un semplice litigio: l’uomo ormai voleva togliersi la vita, dopo essere salito su una gru, lanciandosi nel vuoto. La squadra dei vigili del fuoco ha lavorato in team e Vincenzo Brunno, con Orlando D’Auria, è salito in cima alla gru dove il primo dei due pompieri ha cercato di fare ragionare l’uomo: «Mi ha raccontato di avere problemi finanziari, di avere soldi in arretrato da prendere e di avere difficoltà a dar da mangiare ai propri figli – aggiunge Brunno -. Una volta che gli ho ricordato, però, che aveva tre bambini, uno dei quali in arrivo, l’uomo ha desistito dal suo intento e siamo tornati a terra».

La situazione è tornata alla normalità tra la commozione di tutti. Secondo una prima ricostruzione, all’origine della volontà di compiere l’insano gesto ci sarebbero mesi di stipendi arretrati non pagati: l’egiziano domiciliato a Cesate si sarebbe infatti indebitato per pagare a sua volta i suoi operai, ma pare anche che avesse avuto problemi con la ditta dalla quale aveva ricevuto il subappalto.

«Mi diceva di avere problemi seri e di non riuscire a dare da mangiare ai propri figli – continua Vincenzo – e non credo di avere fatto nulla di che se non il mio lavoro. Gli ho spiegato che anch’io avevo un bambino e che eravamo in due a rischiare la vita lassù. Probabilmente, è stata questa la molla che lo ha fatto decidere per farsi aiutare». L’uomo si è messo a piangere e si è sciolto in un momento di sfogo: probabilmente, aveva bisogno di farsi ascoltare, ma grazie alle forze intervenute, e in particolar modo ai pompieri, siamo qui a raccontare una storia a lieto fine.
Elena Sandrè