Mezzago: dopo l’attentato all’OnuSelene Biffi rimpatriata da Kabul

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Mezzago – «Sono solo le 5.50 del mattino, ma il Security Officer comincia a mandare messaggi a raffica per sapere se stiamo bene». Selene Biffi comincia così il racconto del giorno dell’attentato alla Bakhtar guesthouse, che ha improvvisamente interrotto la sua missione in Afghanistan. Dopo l’attacco, l’Onu ha ordinato di evacuare parte del personale. È tornata a casa il 2 novembre, ora attende l’inizio del prossimo mese per tornare a Kabul e al progetto che le hanno affidato le Nazioni Unite: scrivere un libro di testo per i bambini che a marzo torneranno sui banchi di scuola. Il 28 ottobre, i talebani hanno attaccato un hotel del centro, che ospita una delle delegazioni dell’Onu.

Una sparatoria, sei impiegati uccisi, nove feriti. Un altro albergo colpito dai razzi, per creare scompiglio durante il periodo elettorale. «La situazione non è delle migliori, e la decisione non può essere che una sola: evacuazione». La mezzaghese, pluripremiata per alcuni progetti riguardanti la pace e la collaborazione tra giovani, rivive quei giorni dalle pagine del blog che ha creato per raccontare la sua vita a Kabul.

«All’inizio non mi rendo subito conto di quel che succede, complice il fatto che è davvero presto e che ho la febbre. Cominciano ad arrivare i dettagli dell’attacco: sei morti, tutti stranieri, tutti osservatori elettorali Onu. Due di loro, due ragazze, sono Unv come me. E pensare che anch’io avevo fatto domanda per fare l’osservatrice e mi avevano scartata, proponendomi invece di stendere un sussidiario per bambini. All’inizio ci ero rimasta male, solo adesso capisco che il caso ha giocato a mio favore… altrimenti sarei stata anch’io nella guesthouse con gli altri osservatori». L’ordine di evacuazione è arrivato già la mattina seguente. Oggi, a Mezzago, Selene Biffi tiene pronti i bagagli, per ripartire il 5 dicembre, «per continuare il mio lavoro in Afghanistan».
Letizia Rossi