Meda, molestò gruppo minorenniTrentenne agli arresti domiciliari

Agrate, va a spasso con un amicoE’ ai domiciliari, finisce in carcere

Meda – Dovrà scontare sette anni, due mesi e sette giorni agli arresti domiciliari per aver molestato tre ragazzi minorenni quattro anni fa. È in sintesi questo l’ordine di carcerazione emesso dalla procura di Monza e presentato dai carabinieri della stazione di Meda a M.F., trentenne residente in città, imputato per fatti che risalgono alla fine del 2005 e che hanno fatto molto discutere l’opinione pubblica cittadina. Al centro della sua attenzione erano finiti dei ragazzini, all’epoca avevano tra i quattordici e i diciassette anni, residenti nei comuni di Cabiate, Lentate e nella stessa Meda.

Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, il trentenne era amico o comunque conoscente delle sue vittime, che quindi si fidavano di lui. L’uomo le avrebbe attratte nella sua abitazione con la scusa di vedere un Pc o comunque altri moderni ritrovati in materia informatica. Da qui la cosa sarebbe poi degenera a suon di bicchieri di birra e qualche spinello di troppo fumato in compagnia. I giovani storditi, sarebbero stati al centro dell’attenzione dell’uomo, che avrebbe abusato di loro in un arco temporale compreso tra il dicembre 2005 e l’agosto del 2006, adescando una volta un giovane e una volta un altro ragazzo. Inizialmente la cosa rimane sotto silenzio.

I minorenni si vergognano, eccome, di raccontare di aver un rapporto «così particolare» oltretutto con un uomo. È meglio tenere la bocca ben cucita. Poi uno dei giovani non ce la fa più. Il fardello da portare è davvero troppo pesante e decide di dire tutto ai suoi genitori, che naturalmente si schierano pienamente dalla sua porta e vogliono giustizia. La cosa si trasforma in una denuncia scritta nera su bianco, cui a ruota si uniscono le testimonianze delle altre vittime due vittime.

La pratica finisce sul tavolo dei carabinieri di Meda e di lì a qualche giorno M.F. di trova alla sbarra con l’accusa pesantissima di violenza sessuale su minori. La richiesta del pubblico ministero Alessandro Pepè, durante il dibattito in aula al tribunale di Monza, è dieci anni di reclusione, mentre in contropartita i legali del medese chiedono la piena assoluzione. Secondo la difesa i tre ragazzini sarebbero stati consenzienti e non avrebbero subito alcun tipo di violenza. La vicenda prosegue nei vari gradi di giudizio, sino a quando a metà giugno la procura di Monza emette un’ordinanza di carcerazione ai domiciliari. Si tratta di un residuo pena. Il trentenne non potrà uscire dalla propria abitazione sino all’inverno del 2016 ovvero per sette anni, due mesi e sette giorni. Almeno così ha stabilito il tribunale.
Cristina Marzorati