Meda – E’ guerra totale contro l’uso di sostanze stupefacenti. La polizia locale di Meda utilizzerà i drug test. Si tratta di rilevatori di droghe diffusi nei comandi delle forze dell’ordine svizzere ormai da anni. In Italia, la prassi è ancora abbastanza arretrata, nel senso che la diffusione di questi piccoli tamponi non ha trovato fino ad oggi la capillarizzazione che meriterebbe. Da ora in poi, gli agenti della Locale guidati dalla comandante Cristina Ruffa potranno utilizzarli nei futuri pattugliamenti.
Con l’estate che si avvicina, questi test potranno tornare molto utili nei pattugliamenti serali. «Questi piccoli tamponi – spiega la comandante – rilevano sette tipi di droghe: metanfetamine, cannabinoidi, cocaina, anfetamina, morfina, pentaciclina e diazepam. L’utilizzo è molto semplice: basterà tenere il tampone in bocca per qualche secondo e il rilevatore si attiverà con la saliva. Si dovrà quindi lasciare il tampone su una superficie piana per alcuni minuti e la rilevazione sarà fatta. Verrà indicata la positività o la negatività oltre un certo limite delle diverse sostanze». Per esempio, verrà rilevata la positività dell’anfetamina oltre i 25 nanogrammi per millilitro. «E’ uno strumento importante per il nostro lavoro – continua Ruffa – perché ci permette di capire se una persona che è alla guida ha assunto sostanze stupefacenti o meno».
Gli etilometri sono entrati nella dotazione delle polizie locali italiane ormai da anni, ma sempre di più si è resa necessaria la rilevazione della presenza di sostanze stupefacenti le quali, al pari dell’alcool senza differenze di sorta, possono provocare incidenti stradali. Tra gli ultimi acquisti del comando medese, c’è anche un precursore dell’alcool elettronico: l’ultima frontiera dell’etilometro che permetterà agli agenti di velocizzare il lavoro di pattugliamento sulle strade. «Nei pattugliamenti serali mirati – spiega ancora Ruffa – potremo utilizzare questo attrezzo che, senza l’utilizzo di boccagli, rileva la presenza di alcool nel sangue: basterà soffiarvi dentro per attivare la rilevazione. Se il soggetto non collabora, l’oggetto in questione ha anche una modalità “passive” che permette di rilevare l’alcool anche solo analizzando l’alito di chi parla. Segnalerà con la luce verde la mancanza totale di sostanze alcoolemiche, l’arancione indicherà che il soggetto ha bevuto ma non sopra la soglia, mentre il rosso indicherà che l’automobilista è al di sopra del limite consentito. A seguire, a seconda dei risultati, si potrà valutare se effettuare l’alcool test vero e proprio».
Elena Sandrè