Agrate Brianza – «Sono sopravvissuto a una guerra, ho avuto una buona moglie e bravi figli, ho scritto libri e fatto legna nel bosco. Mi basta così, non chiedo altro. Me ne posso andare in pace». La commozione ha sopraffatto la voce del ‘tenente’ Nelson Cenci, 90 anni, quando sabato, nell’affollato auditorium di Villa Corneliani ad Agrate Brianza, ha ricostruito le parole che il suo ‘sergente’ Mario Rigoni Stern, fraterno amico e compagno d’armi, gli sussurrò in uno degli ultimi incontri ad Asiago, quando già dava i primi segni la malattia che lo scorso giugno si sarebbe portato via lo scrittore de Il Sergente nella neve.
Nelson Cenci – Cenci ha aggiunto valore alla cerimonia di intitolazione a Rigoni Stern dell’auditorium della Cittadella della cultura, stipato di oltre cento persone. Al suo fianco, il sindaco Adriano Poletti, l’assessore alla cultura Patrizia Beretta, Arno Baehr, traduttore israeliano dei libri di Rigoni Stern. Alla parete dell’auditorium è stata appesa la bella foto dello scrittore scattata da Adriano Tomba, tra i più grandi fotografi di montagna.
La guerra – «La guerra per noi è stata anche una scuola di alta virtù montanara, di altruismo e di solidarietà umana. La mia con Rigoni Stern era una di quelle amicizie rese più salde e profonde perché si sono condivisi eguali dolori e sofferenze» ha detto Cenci.
Enzo Biagi – Poletti ha ricordato che «in questi anni abbiamo realizzato importanti investimenti nella cultura. Un lavoro che oggi qui mostra i suoi segni visibili, dalla biblioteca, intitolata a Enzo Biagi, a questo evento di oggi, con l’intitolazione dell’auditorium a Mario Rigoni Stern. È bello concludere i miei dieci anni da sindaco parlando di queste cose. Un grandissimo ringraziamento va a Giuseppe Mendicino, segretario comunale e amico personale della famiglia Rigoni Stern, che ha reso possibile questo evento».
La famiglia – La famiglia Rigoni Stern ha inviato una lettera nella quale si dice “profondamente commossa e grata” e riferendosi a Biagi e allo stesso Rigoni aggiunge che «sono stati persone di grande moralità e coerenza, che hanno imparato dall’esperienza della loro vita a tener la schiena dritta, a non chinare il capo di fronte ai potenti, a testimoniare i reali valori della vita».
Anna Prada