Macherio: il Tar dà ragioneal Centro culturale <Pace>

Macherio: il Tar dà ragioneal Centro culturale <Pace>

Macherio Svolta eclatante nella diatriba Comune di Macherio – Centro culturale <Pace Onlus>. Il Tar, con due sentenze depositate giovedì, ha accolto entrambi i ricorsi presentati dal Centro culturale nei confronti del Comune. Il primo si riferisce <all’annullamento del provvedimento del 12 novembre 2009 con cui il Comune di Macherio ha negato il rilascio di permesso di costruire in sanatoria nonché la realizzazione di nuove opere edilizie di cui alla pratica edilizia n. 25/2009>.

L’istanza presentata dal Centro culturale, lo ricordiamo, era volta ad ottenere il rilascio di un permesso di costruire, parzialmente in sanatoria, con oggetto la realizzazione di opere di manutenzione straordinaria del magazzino/deposito e cambio di destinazione d’uso in sede del <Centro Culturale Pace>. Opere che consistono, principalmente, nel rifacimento della pavimentazione, nel ripristino degli intonaci, nel rivestimento dei pilastri con cartongesso, nell’imbiancatura dei locali, nella realizzazione di impianti igienico-sanitari ed elettrici.

Il Tar ha sentenziato che <di per sé le opere oggetto dell’istanza non rivelano, in alcun modo, la volontà dell’associazione ricorrente di attuare una destinazione del fabbricato ad <attrezzatura di interesse comune per servizi religiosi>, ai sensi dell’art. 71, l. Regione Lombardia n. 12/2005, piuttosto che a propria sede> e che <il fabbricato non può, difatti, essere qualificato, per effetto di tali interventi, quale immobile destinato al culto, all?abitazione dei ministri del culto o del personale di servizio, ovvero ad attività di formazione religiosa>.

La sentenza del Tar regionale precisa che <il rifacimento di coperture di pavimentazione, il ripristino di intonaci, la sistemazione di pilastri in cartongesso, l’imbiancatura dei locali, la realizzazione di impianti igienico-sanitari ed elettrici non palesano, di per sé, in alcun modo, la volontà di realizzare un luogo di culto né di esercitare nell’immobile un’attività connessa all’esercizio del ministero pastorale, attività che, oltretutto, non rientra tra quelle indicate nello statuto dell’associazione <Centro Culturale Pace>.

Con la seconda sentenza, il Tar accoglie il secondo ricorso presentato dal Centro culturale per <l’annullamento del provvedimento di demolizione delle opere realizzate> perché le stesse non rivelano, in alcun modo, una destinazione del fabbricato ad <attrezzatura di interesse comune per servizi religiosi>.

<Si tratta di una vittoria schiacciante – il commento di Luigi Sangiorgio, avvocato difensore del Centro culturale <Pace Onlus>>. <Sono sconcertato e deluso dalla sentenza – afferma il sindaco Giancarlo Porta che preannuncia – un probabile ricorso al Consiglio di Stato>.
Elisabetta Pioltelli