Agrate Brianza/Caponago – L’ultimo pane sarà distribuito domenica 7 a Osnago, in occasione dell’iniziativa «Consumo meno/consumo meglio» in via Trieste. Il progetto Spiga e madia, che nel corso degli anni ha portato a una filiera corta nella produzione di pane (veramente a chilometro zero: coltivazioni nei campi del Vimercatese, a Caponago soprattutto, produzione sempre made in Brianza) ha trovato un acerrimo nemico, che costa 80 milioni di euro al chilometro. Questo nemico si chiama Tem, la seconda tangenziale est esterna di Milano che interessa, per la Brianza, i Comuni di Agrate Brianza e Caponago. O meglio, i loro campi.
Ma c’è chi ha deciso di dare battaglia per salvare uno degli ultimi corridoi verdi di questa parte di Lombardia, sacrificata al dio cemento. Sono i volontari, i simpatizzanti e gli attivisti del distretto dell’economia solidale della Brianza (des.desbri.org) che Osnago presenteranno un ricorso patrocinato dall’avvocato Domenico Monci dell’Università del Molise che, almeno per l’Italia, potrebbe fare davvero epoca. «Abbiamo deciso di ricorrere alle vie legali contro Tem – spiega Giuseppe Vergani, una delle anime del movimento -. Ma ci rivolgeremo direttamente all’Europa. Abbiamo deciso di ricorrere all’Unione europea contro Tem per cercare di far valere il diritto al cibo, protetto a livello legislativo ma che in Brianza, con questo nuovo scempio, viene violato. Noi diciamo basta a questo modo di distruggere il territorio, non c’è alcuna possibilità di sostituire i terreni devastati da cemento e asfalto».
Per il Distretto dell’economia solidale Tem devasterà uno degli ultimi corridoio verdi della zona dove si è creata come per magia una filiera corta che porta direttamente i frutti della terra alla tavola. «Attorno è nata una comunità che vive grazie al prodotto di questi campi – continua Vergani -. Si nutre del pane prodotto con i cereali coltivati in Brianza. C’è un concetto di sovranità alimentare che è ormai tempo di tutelare. Non si può costruire e basta. Nessuno si chiede da dove prendiamo il cibo che mangiamo?».
La vittoria legale potrebbe essere un miraggio lontano, gli attivisti lo sanno bene. Ma non si arrendono, anzi, chiedono anche i danni a Tem spa. «Già oggi è diventato impossibile coltivare quei terreni – spiega ancora Vergani -. Il campo principale del progetto è a Caponago, Tem ci costruirà o svincolo che permetterà la connessione con la A4. Ad agosto, però, quando tutti sono in ferie, è arrivata un’altra doccia fredda. Hanno deciso che quel terreno serviva subito per creare un deposito di materiale. Tem ha emesso un decreto di occupazione temporanea di suolo, ha recintato il campo e noi non possiamo più coltivarlo. Così abbiamo deciso di chiedere i danni. Quanto? Lo stiamo ancora quantificando».
Un campo, quello di Caponago, che fa parte del parco del Molgora, è un’oasi per la biodiversità della fauna e riconosciuto come zona agricola strategica da parte della Provincia di Monza. Insomma, dovrebbe essere super tutelato. Invece…Invece è bastato un foglio di carta per distruggere tutto.
Davide Perego