Monza – Dura contestazione della Lega Nord brianzola al ministro dei Beni culturali, il villasantese Lorenzo Ornaghi. Diversi esponenti del Carroccio (al presidio erano presenti i consiglieri provinciali di Monza e Brianza, i deputati Paolo Grimoldi, Fabio Meroni e Marco Desiderati, il presidente del Consiglio provinciale brianzolo Angelo De Biasio, l’assessore provinciale Andrea Monti, il coordinatore dei Giovani padani Andrea Villa con diversi ragazzi dell’Mgp) hanno duramente fischiato il ministro del Governo Monti per il taglio della Provincia di Monza. Ornaghi era stato chiamato come relatore al convegno «Dalla Brianza un contributo unitario di forze popolari, cattoliche e laiche» in programma nella sala congressi Confindustria di Monza e Brianza. La mattinata è stata introdotta e coordinata da Emanuela Baio e vedeva le presenza, oltre che del ministro dei Beni culturali, anche di Lorenzo Dellai e Roberto Mazzotta. All’indirizzo dell’ex rettore della Cattolica sono partiti alcuni cori: “Buffone”, “Dove sono i soldi?”. I manifestanti hanno protestato per “la sparizione della provincia di Monza e Brianza. E non finirà qui”. La protesta è proseguita all’interno della sala. Battibecco anche con la senatrice Baio, accusata dalla trentina di leghisti di aver fatto di tutto per far diventare Monza parte dell’area metropolitana milanese. Solo l’intervento della sicurezza ha disperso l’agguerrito manipolo di leghisti.
“E’ una vergogna che la Provincia di Monza e Brianza e tutti i suoi Comuni vengano cancellati dalla storia da un Governo che vanta al proprio interno proprio un ministro brianzolo – spiega il segretario provincialgle della Lega Nord, Dionigi Canobbio – In Brianza nè Ornaghi nè i suoi colleghi sono e saranno i benvenuti finché Monti non farà un passo indietro. Abbiamo difeso con i denti lo scippo del Gran Premio, difenderemo con maggior determinazione e durezza la nostra Provincia. Il decreto del Governo è incostituzionale e crea una serie infinita di disagi. E se a dicembre le scuole superiori chiuderanno non è per un capriccio delle province, ma perché il Governo Monti ha tagliato 500 milioni nel 2012 e ne taglierà 1,2 miliardi nel 2013. Il picchetto di oggi è solo l’inizio della nostra rivolta contro Roma”.