Irruzione da film al Dream CaféLatitante arrestato a Brugherio

Colpo dei carabinieri di Brugherio. Con un'operazione da film, hanno arrestato un latitante con cinque anni da scontare per associazione a delinquere, sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù.
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Brugherio – Un bar lasciato allo sbando, nove albanesi pregiudicati a spadroneggiare e un pugno di carabinieri che, pistole alla mano, riescono ad avere la meglio. In manette finisce un latitante con 5 anni da scontare per associazione a delinquere, sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù. Uno di quelli che le donne non solo le spediscono sulla strada, ma le riempiono di botte e le minacciano di morte. È una scena da film action quella che si è consumata nella notte tra martedì e mercoledì in via Matteotti, all’interno dell’ormai noto Dream Cafè.

I carabinieri sono arrivati con due auto, tutti in borghese, insospettiti dalle persiane del bar chiuse a metà, intorno a mezzanotte. Quando sono entrati erano certi di trovare David Lazri, 28 anni, latitante dal 2008, quando 11 sentenze di condanna colpirono altrettanti albanesi per lo sfruttamento di ragazze straniere, ridotte in schiavitù e obbligate a battere. L’operazione si chiamava «Strade pulite» e dietro c’erano i carabinieri della stazione di Brugherio. Lazri è uno dei due uomini che erano sfuggiti all’arresto e che i militari locali sapevano di poter trovare al Dream mercoledì sera.

Due hanno fatto il loro ingresso dalla porta principale, altri due si sono piazzati sul retro, tenendo bloccata la porta posteriore in modo da non lasciare via di fuga al latitante. All’esterno, una pattuglia del Norm di Monza, giunta in supporto. A quel punto otto albanesi, pare tutti pregiudicati, si sono parati come una barriera, per assicurare la fuga al compare. Niente da fare: i due carabinieri hanno sfondato la muraglia umana e raggiunto il latitante che nel frattempo cercava invano di aprire la porta bloccata dagli altri due militari brugheresi. Con le pistole puntate, Lazri ha ceduto e gli altri hanno saggiamente evitato di lasciarsi coinvolgere ancora di più, lottando con le forze dell’ordine.

Il fuggiasco è finito in manette, trasportato in caserma per le pratiche del caso, mentre il bar è rimasto abbandonato a se stesso, come un campo di battaglia a guerra finita.
Valeria Pinoia