Desio– Centodieci condanne per un totale di circa mille anni di carcere.
Una sentenza da tutti definita storica quella pronunciata nella serata di sabato 19 novembre dal giudice di Milano Roberto Arnaldi, al processo con rito abbreviato per la maxi operazione anti ‘ndrangheta “Infinito”.
Arriva a soli 14 mesi dagli arresti ordinati dalla Procura di Milano (i pm Boccassini, Dolci e Storari) che hanno scosso la Lombardia, Brianza compresa, sede di diverse ‘ndrine, con base soprattutto a Desio e Seregno. 119 gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena. Sono stati 110 i condannati. 3 gli assolti e 6 i non luogo a procedere. Tra i condannati, ci sono anche i membri delle cosiddette “locali brianzole”. Una delle pene più alte è stata inflitta al boss della locale di Desio, Giuseppe Moscato, condannato a 11 anni di reclusione. 8 anni invece per Giuseppe Sgrò e quasi 7 al fratello Edoardo, entrambi membri della locale di Desio.
Dure condanne anche per i Cristello, attivi tra Seregno e Mariano Comense: 10 anni a Rocco e 8 a Francesco. Nel complesso, la pena più alta è andata a Alessandro Manno, a capo della locale di Pioltello che ha avuto 16 anni. Mentre Pasquale Zappia il boss eletto durante la riunione al circolo Falcone e Borsellino di Paderno Dugnano il 31 ottobre 2009 (filmata dagli investigatori) è stato condannato a 12 anni.
Alla lettura della sentenza, ieri sera nell’aula bunker di Milano, Zappia si è sentito male. Altri detenuti hanno ironicamente applaudito il giudice e insultato gli avvocati. Il Tribunale ha inoltre riconosciuto i danni d’immagine ai comuni di Paderno, Desio, Seregno e Giussano oltre che di altre istituzioni: saranno risarciti, con una cifra che verrà decisa in sede di causa civile. Altri 39 affiliati, arrestati nel blitz del 13 luglio 2010, hanno scelto invece il processo con rito ordinario.
Tra questi, spiccano i nomi di Domenico e Candeloro Pio, considerati tra i capi della locale di Desio
P.F.
Infinito, mille anni di carcereagli affiliati della ‘ndrangheta
La sentenza di Milano è arrivata a poco più di un anno dalla clamorosa operazione che ha scosso la Lombardia e permesso di scoprire basi della 'ndrangheta in Brianza. Riconosciuti i danni d'immagine ai comuni di Paderno, Desio, Seregno e Giussano
