Brugherio – I dettagli dell’incontro saranno resi noti lunedì, durante le assemblee dei lavoratori. Per ora si sa che venerdì 8 marzo, il presidente Aldo Fumagalli ha confermato senza appello la necessità di tagliare il 30 per cento circa dei posti di lavoro di Candy. Si parla di 150, anche 170 persone che l’azienda intende eliminare dall’organico per ragioni che vanno dalla crisi economica del momento alla convenienza della produzione all’estero. In Cina, soprattutto.
È dallo scorso anno che gli operai presentano rivendicazioni, contestano la cassa integrazione, sollecitano la tutela del made in Italy e richiamano l’azienda al rispetto degli accordi sindacali, soprattutto sul caso Bessel. Deve essere mortificante sentirsi rispondere qualcosa di ancora più nero di ”picche”. A poco, pare, sono serviti gli scioperi e i picchetti dell’estate scorsa: Candy vuole tagliare ancora il personale e la sussistenza stessa dello stabilimento secondo i lavoratori è a rischio.
Venerdì sindacati, rsu e vertici aziendali si sono riuniti in un confronto partito intorno alle 10 del mattino e durato oltre sette ore. Doveva essere l’occasione per chiamare il presidente Aldo Fumagalli a rispondere delle recenti dichiarazioni sui 150 esuberi e sull’opportunità di lasciar fare ai cinesi ‘ché «per noi imprenditori, una famiglia cinese è uguale a una famiglia italiana». Secondo qualche indiscrezione trapelata prima della fine dell’incontro, Fumagalli non ha concesso invece sconti sull’imminente colpo di mannaia e il timore è che a questo punto sia confermato anche tutto il resto del discorso che scatenò l’indignazione dei lavoratori Candy.
Valeria Pinoia
Incontro fiume rsu-presidenteCandy conferma tagli del 30%
I dettagli dell'incontro saranno resi noti lunedì, durante le assemblee dei lavoratori. Per ora si sa che venerdì 8 marzo, il presidente Aldo Fumagalli ha confermato senza appello la necessità di tagliare il 30 per cento circa dei posti di lavoro di Candy. Si parla di 150, anche 170 persone. E si parla ancora di Cina.