Monza – Sparita con il figlio di cinque anni, del quale non si hanno più notizie da domenica sera. E’ di sottrazione di minore l’accusa ipotizzata dal sostituto procuratore Alessandro Pepè nei confronti della 32enne di nazionalità russa. La donna in virtù di un provvedimento deciso a febbraio dal giudice Anna Maria Di Oreste, della sezione famiglia, poteva vedere il figlio avuto da un quarantenne italiano solo nel fine settimana. Pur trattandosi formalmente di un affido congiunto, l’atto del tribunale favoriva di fatto il padre, un cittadino biassonese, presso il quale era stato collocato il piccolo.
Una decisione che aveva sconvolto la madre al punto che, invece di riportare il figliolo al marito la sera di domenica, come stabilito dal tribunale di piazza Garibaldi, non ha più dato notizie di sé.
Ora il timore del padre è che la donna da cui sta divorziando, assieme alla madre di lei, abbia portato via il figlio, magari con l’intenzione di riportarlo nel paese d’origine della donna. Una vicenda molto dolorosa, sulla quale sono in corso le indagini dei carabinieri, che hanno esteso le ricerche anche presso gli aeroporti e le stazioni. E’ possibile anche che la signora non si sia allontanata dalla Brianza.
Secondo quanto si apprende da palazzo di giustizia, l’udienza davanti al giudice di famiglia era stata piuttosto turbolenta. La donna, infatti, avrebbe avuto una reazione molto veemente alla lettura del provvedimento del magistrato, tanto che sarebbe stata allontanata prima di dare ulteriormente in escandescenze. Assieme all’immigrata, era anche presente la madre di quest’ultima. La straniera e il brianzolo si sarebbero sposati cinque anni fa, proprio come l’età del bambino di cui ora il padre non ha più notizie.
La relazione sembrava andare a gonfie vele fino agli ultimi mesi, quando il rapporto ha cominciato a vacillare fino al naufragio definitivo e l’appuntamento davanti al giudice del divorzio. I problemi coniugali erano a quel punto ormai esplosi in modo drammatico, soprattutto nel periodo natalizio. La decisione del tribunale, alla fine, ha favorito di fatto il padre, giudicato più idoneo al ruolo genitoriale. Una decisione che potrebbe sembrare molto rara, ma che di fatto è l’esempio di un indirizzo adottato in più di una occasione dal presidente del tribunale Anna Maria Di Oreste, non nuova ad adottare questo genere di provvedimenti, che sfavoriscono la madre, contro i quali gli avvocati propongono ricorso al tribunale di Milano.
Federico Berni