Gravemente ferita in un incidenteAnas: «Il guard rail era a norma»

Una donna si è ritrovata senza gambe dopo un terribile incidente stradale lo scorso novembre, Anas si chiama fuori. «Le barriere di protezione installate lungo la Statale 36, e quindi anche sul luogo dell'incidente, sono conformi alla vigente normativa nazionale».
Gravemente ferita in un incidenteAnas: «Il guard rail era a norma»

Briosco – Una donna si è ritrovata senza gambe dopo un terribile incidente stradale, Anas si chiama fuori. «Le barriere di protezione installate lungo la Statale 36, e quindi anche sul luogo dell’incidente, sono conformi alla vigente normativa nazionale».
Tutto in regola. Colpa del destino. Tragico. Quello che ha fatto scivolare un’auto di lato sull’asfalto bagnato e fatta infilzare da parte a parte da una lama d’acciaio dritta come un fuso (leggi la notizia). «Barriere conformi » dice Anas. Fatto sta che dopo il sinistro non ha sostituito la barriera danneggiata con una identica, ma ne ha scelta un’altra, dal profilo ricurvo. Un caso?

Quella donna è Katia Valli, commerciante di 37 anni di Capriano di Briosco. Un lunedì sera di fine novembre, stava viaggiando al volante della sua Fiat 500 in direzione Lecco, quando su un rettilineo, poco prima dell’uscita per Briosco-Arosio, effettuando un sorpasso ha perso improvvisamente il controllo dell’auto sull’asfalto bagnato. La macchina è scivolata tra due vetture in transito sulla prima corsia, condotte da due fidanzati, è andata in testacoda e senza impattare contro altri veicoli, ha però sfortunatamente finito la propria corsa contro il guard-rail che, entrato nell’abitacolo, le ha reciso le gambe, una all’altezza del ginocchio e l’altra all’altezza del piede.
«In quel tratto vige il limite dei 70 chilometri orari – precisa Anas – che aggiunge: gli ingressi e le uscite della Statale sono stati realizzati negli anni Novanta per il tratto a tre corsie tra Monza e Giussano – tre corsie più una di emergenza – e negli anni Sessanta – Settanta per il tratto tra Giussano e Lecco, con due corsie. Tali ingressi rispondono, ovviamente, alla normativa dell’epoca della costruzione.»

Anas, oltre alle barriere, ci tiene a precisare che anche l’asfalto del tratto nel quale è avvenuto l’incidente: «Dagli anni ’90, quando è stato preso in carico, è stato oggetto di costanti interventi di miglioramento. ». La società fa cenno anche a «interventi geometrici » riferendosi alla curva di Briosco, resa meno pericolosa proprio attraverso una modifica dell’asse stradale. «Le barriere di sicurezza, in particolare, sono state oggetto di numerosi interventi di manutenzione straordinaria per l’adeguamento alle attuali normative e le pavimentazioni sono state completamente realizzate con tipologia di asfalto drenante tra il 2009 e il 2011.»

Un appunto era stato rivolto anche a proposito delle barriere di contenimento del tratto tra Monza e Giussano, in particolare laddove sono presenti solo manufatti in cemento e reti metalliche: «Per quanto attiene i muretti laterali – conclude Anas – si fa presente che sono parte integrante di manufatti – detti cunette – adibiti esclusivamente allo smaltimento della pioggia.»
Katia Valli non risponde al telefono, l’ultima volta che era stata contattata, settimane fa, aveva risposto la madre, con un filo di voce. Aveva raccontato che la figlia stava facendo un ciclo di riabilitazione e non aveva intenzione di tornare a quel giorno di fine novembre, a caccia di responsabilità. E’ il destino. Punto.
Roberto Magnani