Giussano, truffa da 50mila euroAi domiciliari al campo nomadi

Giussano – Due anni e mezzo di reclusione da scontare agli arresti domiciliari in un campo nomadi di Torino. È questa la pena inflitta dal giudice del Tribunale di Cantù Ilaria Guarriello a Silvana Dargutinovik, 28 anni, che era accusata di truffa. Stando all’accusa, la nomade aveva approfittato della situazione di debolezza di una donna di 50 anni residente a Giussano, che stava affrontando vari problemi familiari, a partire dalla salute del figlio, malato dalla nascita. Secondo quanto è stato ricostruito l’altro giorno in aula, all’inizio di agosto dell’anno scorso la donna si trovava al supermercato Despar di Arosio quando è stata avvicinata dalla rom: la nomade prima ha chiesto qualche spicciolo, poi aveva ”alzato il tiro”. «Se vuoi posso aiutarti – le avrebbe detto -. Io parlo con la Madonna di Medjugorie. Io lo so: tu hai un figlio con dei problemi di salute fin dalla nascita e per questo anche con tuo marito hai delle difficoltà. E poi ti è morto un parente da poco tempo». Tutte cose terribilmente reali, che la nomade non poteva conoscere. O almeno, così credeva la cinquantenne giussanese. «La Madonna è arrabbiata con te. Ma io posso aiutarti».

La richiesta di denaro – In realtà la rom aveva sfruttato il suo buon udito. Infatti, come ricostruito in aula, all’interno del supermercato la malcapitata giussanese aveva ricevuto la telefonata di un’amica e si era sfogata, raccontando tutte le sue disavventure. La giovane nomade aveva origliato, decidendo quindi di approfittare del momento di debolezza della donna. Nei mesi successivi, la cinquantenne, suggestionata dai racconti e speranzosa di un miracolo che potesse far guarire il figlio, ha iniziato a consegnare soldi a Silvana Dargutinovik affinché intercedesse per lei con la Madonna. L’appuntamento era sempre nel parcheggio del Despar: prima le consegnò 300 euro, poi altre svariate centinaia di euro, fino ad arrivare alla quota complessiva di 50 mila euro. La rom, però, voleva di più: altri 20 mila euro. Troppo per la giussanese, che ha così chiamato i carabinieri: assieme ai militari si è così presentata all’appuntamento con Silvana Dargutinovik e, una volta avvenuto il passaggio dei soldi, sono scattate le manette.

Ai «domiciliari» nel campo rom – Nel corso del processo, la nomade – che ora è incinta di 8 mesi – ha confermato di aver ricevuto i soldi. Il pm d’udienza Vanessa Ragazzi ha chiesto 4 anni di reclusione. La difesa aveva sostenuto l’ipotesi dei domiciliari, visto lo stato di avanzata gravidanza. Il giudice ha sostanzialmente accolto la richiesta della difensa,c ondannando la rom a 2 anni e 6 mesi da scontare ai domiciliari nel campo nomadi di Torino.