Giussano, ammette le bottenon il tentato stupro: resta in cella

Giussano – Ha ammesso le botte ma ha negato con decisione il tentativo di violenza sessuale del quale è accusato. Ma il gip di Como, Nicoletta Cremona, ha deciso di lasciarlo in carcere. Almeno per il momento. Custodia cautelare in cella per Giovanni Larci, l’operaio di Erba di 44 anni fermato la settimana scorsa dai carabinieri. L’uomo è accusato di aver fatto vivere una notte da incubo, quella tra lunedì e martedì, a una sua amica – 35enne sempre della zona di Erba – dopo averla portata a Giussano, in un appartamento di sua proprietà. Qui l’uomo l’avrebbe picchiata, tentando di usarle violenza. Mercoledì mattina il fermo, Larci è stato rintracciato dai carabinieri di Erba a casa di un amico.

Prima l’approccio, poi le botte – Larci avrebbe attirato nella trappola la sua vittima, una sua conoscente, la sera di lunedì scorso. Con la scusa di parlarle di alcuni suoi problemi personali, sarebbe riuscito a convincerla a seguirlo nell’appartamento di Giussano. Secondo la versione raccolta dai militari, pare che l’uomo – dopo aver bevuto superalcolici – abbia tentato dapprima di baciare la giovane e, al suo rifiuto, sarebbe partito uno schiaffo. Ne sarebbe nata una lite presto degenerata, con tanto di pugni e calci. Una colluttazione nel corso della quale la sventurata sarebbe anche svenuta, dopo essere stata scaraventata contro il box doccia, frantumandolo. È a questo punto che Larci – stando ai ricordi della vittima – l’avrebbe trascinata sul letto e avrebbe tentato di abusare sessualmente di lei. La donna avrebbe ripetutamente tentato di fuggire dell’appartamento, chiedendo aiuto urlando a squarciagola, circostanza confermata anche da alcuni vicini dell’appartamento di Giussano occupato dal 44enne erbese. Tutto vano, però. Nessuno ha pensato di chiamare i carabinieri.

Soccorsa da un automobilista
– Soltanto all’alba, attorno alle 6, le giovane è riuscita a fuggire, seminuda. E così, senza pantaloni (trovati dai carabinieri nell’abitazione dell’accusato, assieme ad altri oggetti e indumenti della vittima), è stata soccorsa da un automobilista. Dopo diverse ore la decisione di recarsi al pronto soccorso dell’ospedale a Erba per farsi medicare i lividi e le ferite e la conseguente segnalazione dell’accaduto ai carabinieri da parte dei medici. G.L. è stato fermato ieri poco dopo la mezzanotte, mentre era ospite a casa di un amico di Erba. L’abitazione di Giussano teatro dell’aggressione era ancora tutta a soqquadro quando gli inquirenti ci sono tornati con la vittima. Da qui la decisione di portare in cella il 44enne erbese con l’accusa di violenza sessuale (anche se il rapporto non è stato consumato, per il codice penale si procede per questo reato), sequestro di persona e violenza privata. L’udienza di convalida del fermo si è svolta sabato. Il gip l’ha convalidato, decidendo per la custodia cautelare in carcere come richiesto dal pubblico ministero di turno in Procura a Como, Massimo Astori. Ora il fascicolo d’indagine passerà alla Procura della Repubblica di Monza, territorialmente competente dal momento che i fatti sono avvenuti a Giussano.

Richieste d’aiuto inascoltate?
– Come detto, mercoledì mattina, i militari dell’Arma di Erba hanno interrogato le persone che vivono nel caseggiato di Giussano in cui la giovane è stata segregata: qualcuno avrebbe dichiarato di aver sentito dei rumori provenienti dall’appartamento di Giovanni Larci, quella notte. Qualcun altro avrebbe perfino ammesso di aver sentito urla di donna e reiterate richieste d’aiuto. C’è da chiedersi perché non abbia pensato di avvertire le forze dell’ordine.
Antonella Crippa