Lunedì 26 aprile, nella parrocchia dei Santi Cosma e Damiano, a Concorezzo, si sono svolti i funerali di Enrica Cantù. Questa l’omelia pronunciata da don Gianni Calchi Novati, già parroco a Brugherio.
Il Signore è veramente risorto, Alleluia! Quello che stiamo celebrando non è un funerale, ma è la Festa della vita! E’ l’annuncio che Cristo è veramente risorto ed è vivo e, nello stesso tempo, ne è la dimostrazione. Enrica, in questi 19 anni, nella sua apparente impotenza, nella sua situazione, agli occhi superficiali, poteva apparire inutile: incapace di comunicare, incapace di fare la mamma, un puro peso, senza apparente possibilità di soluzione. Ma è vero questo? E’ un giudizio che dice la totalità dei fattori della vita e della persona di Enrica e della sua efficienza? della sua utilità e del mistero che era quella sua presenza tra noi, voluta da Cristo?
Cristo è un fatto, Cristo è risorto, Cristo ha vinto il mondo, Cristo è il dominatore della storia, Cristo è vivo! La nostra fede ci fa ripetere questa verità in ogni Messa domenicale, con la recita del Credo: è solo una verità astratta da sapere o è la novità reale di tutta la storia degli uomini, e quindi anche di Enrica, di suo marito Giovanni, di suo figlio Giacomo? “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato suo Figlio, come non ci donerà ogni cosa assieme a Lui? Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”, dice San Paolo. Ma giustamente il Signore ci ricorda: “Ti ringrazio Padre perché queste cose le hai nascoste ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli…” Bisogna avere il cuore dei piccoli, che sono desiderosi di scoprire il nuovo. Solo così si può tentare di togliere qualche piccolo velo del mistero grande, che è stata questa donna e che solo in Paradiso comprenderemo a fondo.
Se sappiamo guardare quanto è accaduto, come è possibile non cogliere in questi 19 anni, un disegno di amore di Dio, quell’amore commosso che si piega su di noi, piccoli, malati, peccatori, per farci diventare strumenti della sua salvezza, come San Paolo dice di sé? Cosa è stata Enrica per tutti coloro che l’hanno conosciuta? Il Sacramento della presenza del Mistero e del Suo amore in mezzo a noi. Non si poteva guardarla senza vedere nella sua umanità, l’involucro che conteneva il Mistero, come un’ostia consacrata. Quanto amore si è irradiato da questa presenza, che, come dicevo prima, sembrava essere incapace di tutto? Quanti, per la sua presenza sono stati costretti o aiutati a elevare il pensiero al Mistero che fa tutte le cose, magari solo per chiedergli di intervenire e aiutare lei e la sua famiglia? Quanti sono stati aiutati a riconoscere che la vita è un mistero, che non è in mano nostra, nonostante tutta la nostra sicumera e la nostra pretesa di essere padroni di noi stessi, ma che, invece, è nelle mani di un Altro?
E queste due cose: aiutare a pregare e a riconoscere che non siamo in mano al cieco destino, ma al Mistero con la ‘M’ maiuscola, che è morto ed è risorto per noi, non sono due degli elementi più essenziali di una educazione? Enrica non è stata, proprio per questo, una mamma e una sposa eccezionale? “Ti ringrazio Signore che hai rivelato queste cose ai piccoli…” Ma pensate che cosa è stata questa donna, che il mondo ben pensante avrebbe anche eliminato, in nome di un amore più grande per lei, per tutti coloro che l’hanno conosciuta e frequentata in questi 19 anni! E’ stata una Maestra eccezionale di educazione alla gratuità, alla riscoperta del valore vero della compagnia. Le decine di persone che per 19 anni le sono state vicine per farle compagnia, per dirle la loro amicizia e, anche, la loro riconoscenza. Ma anche tutte le persone della Parrocchia e della Comunità, quanto sono state aiutate a percepire che quella presenza li costringeva a guardarsi in modo nuovo, più vero, meno legato a pretese o a progetti degli uni sugli altri?
“Ti ringrazio Signore che hai rivelato queste cose ai piccoli…” Una presenza inutile? Vorrei io, alla fine della mia vita, risultare ugualmente utile, con la stessa purità, cioè con la stessa totalità e povertà, con cui lei è ci è stata accanto! Totalmente consegnata, come Cristo in Croce, come l’ostia consacrata. Ed ora con Lui risorta per sempre. “La nostra Patria è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso”, dice ancora San Paolo! Il nostro destino è essere con Cristo sempre, di qui e di là. La vita eterna non è l’aldilà. La vita eterna è stare con Gesù qui, per essere con Lui sempre! Enrica è là, tra le braccia della Madonna che l’avrà accolta, al suo ingresso in Paradiso, come una mamma accoglie tra le braccia il proprio figliolo amato. Pensate alla pietà di Michelangelo, per avere l’idea di che cosa sia stato l’abraccio della Madonna!
Non funerale dunque, ma Festa della vita, grazie ad Enrica. Festa della vita nel suo significato vero, nella sua profondità vera: vita come dono di Dio, donata da Lui, con il contenuto che il Suo amore ha pensato, per l’utilità a favore di tutti, come la sua sapienza infinita ha deciso. Per questo Giovanni nella Apocalisse dice: “Scrivi: Beati d’ora in poi, i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono”. Noi siamo l’opera che la sua fatica ha generato. Non sono stati 19 anni inutili: anche la sua vita e la sua morte sono fattori che hanno contribuito a fare di noi quello che siamo. Beata lei perché ha vissuto ed è morta nel Signore e beati noi a cui è stata data la grazia di averla incontrata e di avere imparato da lei ciò che conta per la vita. Noi siamo chiamati ad essere la sua memoria vivente.