Bernareggio – Doveva essere un grande polo geriatrico. Avrebbe dovuto attirare investimenti e creare profitti puntando sulla qualità dell’assistenza sanitaria fornita. Invece oggi è un scheletro di cemento armato dal valore di poco più di due milioni di euro.
È la cosiddetta «ex clinica» di via De Amicis che tutti i bernareggesi hanno imparato a riconoscere passando in quella zona. Il Comune guidato dal sindaco Emilio Biella ha deciso di ottenere ciò spetta alla comunità locale: «Abbiamo schierato il nostro avvocato – ha detto il primo cittadino – perché la società non ha rispettato i patti presi. Non solo non ha concluso la struttura, ma deve ancora dare al nostro ente opere pubbliche e soldi».
Tutto è nato nel 2002 quando la società «Le terme» sas presentò istanza in municipio per costruire un centro di riabilitazione geriatrica, con annesso un centro diurno, un centro poliambulatoriale e una struttura di emodialisi. Alla ditta «Le terme» sas subentrò successivamente la società «Le terme» srl che prese in carico i cantieri e i patti stipulati con il Comune. Patti che prevedevano la realizzazione di un parcheggio e la cessione all’ente locale di una striscia di terreno su cui costruire una nuova strada. Nulla di tutto questo è stato fatto e per questo da via Prinetti si è deciso di incassare la fideiussione posta a garanzia dell’accordo: in totale 290mila euro.
In arrivo però potrebbero esserci anche altri soldi: «Con un’apposita delibera di giunta – ha chiarito Biella – abbiamo avviato tutte le procedure necessarie per recuperare anche gli oneri di urbanizzazione primaria scomputati all’avvio dei cantieri per opere mai realizzate». Ma come è venuta a crearsi questa situazione?
Lo stesso sindaco bernareggese ha così delineato i contorni della vicenda: «Pare che la società in questione – ha detto – sia esposta in modo pesante con alcuni istituti di credito. Non siamo ancora in una vera e propria fase di fallimento, ma concretamente sono le banche che devono decidere cosa fare dell’impresa Le Terme srl».
Sempre di avvocati si parla, ma per una questione dal tenore completamente diverso. Il tema infatti che in questi giorni ha fatto sobbalzare i sindaci sulle loro poltrone era la notizia arrivata da Roma circa in destino le tesorerie comunali: il governo Monti vorrebbe riunirle tutte nella capitale, limitando la capacità di spesa degli enti locali. Qualora l’ipotesi divenisse realtà la giunta di Bernareggio salirà sulle barricate: «La giunta – ha rivelato Biella – mi ha investito della possibilità di adire a vie legali per impedire che ciò avvenga».
In pratica il sindaco, a nome del suo Comune, potrà trascinare il governo davanti ad un tribunale amministrativo per chiedere che la decisione venga riconosciuta incostituzionale: «È manifesto – ha spiegato Biella – che unificando le tesorerie comunali si sconfessa il federalismo».
Lorenzo Merignati