Don Adriano, un ricordo doloroso:«Era un bambino dolce e buono»

Seveso – Gli occhi sono chiusi, lo sguardo è basso e il ricordo fa male eccome. È difficile per don Adriano Colombini, quarantacinque anni parroco dell’Altopiano, raccontare quanto è accaduto mercoledì alle piscine della Porada. Massimino gli è rimasto nel cuore. Arrivato quest’anno all’oratorio feriale, «per seguire tre amichetti» ci dice il don, è stato capace in meno di due settimane di conquistare tutti. «Si faceva volere bene – dice con un sorriso il sacerdote – era tra i cuccioli, tutti lo volevano coccolare. Se t’incontrava tante volte nel corso della giornata, ti salutava sempre. Era un bambino buono, che stava sempre lontano dai guai e attento». Attento soprattutto all’alimentazione, visto che soffriva di forti allergie alimentari. Il solo sentire l’odore del pesce, gli provocava gonfiori. «Su quanto sia accaduto mercoledì – prosegue don Adriano e il tono si fa serio – aspetto l’autopsia. Posso solo raccontare i fatti». È mercoledì appunto, giorno deciso dalle parrocchie di Seveso per andare in piscina. «Si va tutti alla stessa destinazione – incalza don Colombini – e alla compagnia si unisce anche Massimo. La nonna il giorno stesso mi aveva raccontato che alle sei era già in piedi, vestito di tutto punto». Il bimbo sa nuotare e così quando si arriva in piscina, intorno alle 10.30, per lui è un tuffo dietro l’altro, un gioco continuo con i bambini e gli accompagnatori. Tutto fila liscio sino alle 16.10. «Alle 16.30 avremmo dovuto lasciare la piscina – conclude don Adriano – quando sento: «Qualcuno è caduto in acqua, è Massimino». Accorro. Attorno a lui ci sono alcune mamme, animatori, la bagnina sta cercando di rianimarlo. Arriva l’automedica. Si aspetta l’ambulanza e per me quei momenti sono infiniti. Lo accompagnano in ospedale, arrivano i nonni, lo zio. Ma non c’è nulla da fare». Don Adriano unisce le mani.
Cri.Marz.