desio processo infinito

desio processo infinito

Sono risuonati in aula nomi e luoghi desiani, al processo Infinito nei confronti degli affiliati arrestati nel maxi blitz del 13 luglio 2010, che hanno scelto il rito ordinario. Le udienze dei giorni scorsi, nell’aula bunker del tribunale di Milano, davanti alla settima sezione penale, hanno interessato la cosiddetta “locale” di Desio, con alcuni imputati membri della ‘ndrina desiana. Al processo, il comune di Desio si è costituito parte civile, per decisione della giunta Corti che ha nominato per la difesa lo studio dell’avvocato Giarda. Alle udienze, sono stati chiamati a testimoniare alcuni carabinieri che hanno condotto le indagini. E sono riecheggiati, appunto, nomi desiani.
Bar e locali abitualmente frequentati dagli affiliati. Come il bar “Plaza” di piazza Conciliazione, ora di proprietà di un cinese. In base alle indagini, fino al 2009 risultava intestato alla moglie di Pasquale Nocera, dipendente della ditta Perego Strade (il cui titolare è coinvolto nell’inchiesta), già condannato in abbreviato a 6 anni e considerato braccio destro del boss Salvatore Strangio (entrambi in carcere). Secondo gli investigatori, anche dopo il 2009, il bar sarebbe rimasto un punto di riferimento della ‘ndrina. Il Plaza, all’ombra della Basilica, era insomma frequentato dai boss, intercettati e pedinati dalle forze dell’ordine. Qui si davano appuntamento, si sedevano ai tavolini e si salutavano col “bacio”, tipico gesto dei mafiosi.
Ci sono poi altri locali freqeuentati dalla ‘ndrina. “Erano abitudinari ad incontrarsi presso gli stessi siti” hanno riferito i testimoni.
In via Brennero angolo via Due Palme c’era l’abitazione di Strangio: qui gli investigatori hanno segnalato un intenso via vai .
Nelle udienze, si è parlato anche dei legami tra gli affiliati e alcuni personaggi pubblici. A partire dall’ex capo dell’ufficio tecnico Rosario Perri, ora agli arresti domiciliari per un’altra inchiesta, la “Pellicano” . I testimoni hanno riferito dei contatti, in particolare, tra Perri e i Moscato. Secondo gli investigatori, Perri avrebbe “agevolato alcune richieste riguardanti l’attuazione di pratiche edilizie presentate da Moscato Natale all’ufficio edilizia privata”.
Infine, ampio spazio alla figura di Nicola Mazzacuva, medico, ex presidente del consiglio comunale in quota Pdl, che non risulta comunque indagato e che ha sempre preso le distanze. I testimoni hanno parlato dei rapporti tra il dottore e gli affiliati, in paricolare Pio Candeloro, documentati da intercettazioni telefoniche e pedinamenti. “Aveva rapporti che andavano un attimino oltre il rapporto paziente/medico”. Mazzacuva era già stato notato dalle forze dell’ordine al funerale della mamma dei fratelli Moscato, sorella del boss Natale Iamonte, negli anni 90. E per spiegare la vicinanza del medico con gli affiliati, un testimone racconta di un viaggio che Mazzacuva ha fatto nel 2009 in Calabria , “dettato da esigenze improvvise che non si sono capite” Paola Farina