Il mercato del sacro ha ufficialmente superato ogni limite. Dopo le magliette con Padre Pio che ammicca e le candele profumate al Santo Sepolcro, ora tocca a San Gerardo. Il patrono di Monza noto per la carità, l’umiltà e un guardaroba monacale piuttosto sobrio, è finito, suo malgrado, tra le “occasioni” del web. Su alcuni marketplace digitali si vendono infatti “presunte” reliquie autentiche del nostro santo cittadino. Ma attenzione: non solo l’autenticità è più che dubbia… è palesemente una bufala. Un bel tarocco. Come certi orologi di marca. C’è chi offre un presunto “pezzo di stoffa miracoloso appartenuto al Santo”, che a occhio pare più il ritaglio di una federa dell’Ikea. Altri, più creativi, vendono frammenti di ossa.
Succedeva nel medioevo, succede oggi. I tempi cambiano, non le cattive abitudini. Allora erano pezzi della Santa Croce (che a occhio avrebbe dovuto avere le dimensioni per crocifiggere un gigante per giustificare tutti quei frammenti in circolazione) oggi si limitano a mettere on line due strofinacci usurati e quattro incisivi probabilmente appartenuti al nipotino. Senza nemmeno la scusate dell’entusiasmo della fede. Solo pecunia.
Il clero locale, interpellato, ha preferito il silenzio orante. E mentre i monzesi si interrogano sull’opportunità di acquistare spiritualità su eBay, il vero miracolo sarebbe far sparire questa fiera del kitsch religioso. O almeno far partire una segnalazione alla Polizia postale.
Nel dubbio, se proprio volete una reliquia, fate un salto nella chiesa che porta il nome del santo. È gratis. È vera. E di sicuro male non fa dire un’orazione