Desio – Sono due desiani e un padernese tutti incensurati i presunti assassini di Franca Lo Jacono, la 61enne uccisa sabato sera nel box della sua abitazione in via dei Mariani. Antonino Giarrana, 29 anni, Antonino Radaelli, 51 anni, entrambi di Desio e Raffaele Petrullo, 33 anni di Paderno Dugnano sono stati sottoposti a fermo per rapina aggravata e omicidio aggravato e Radaelli e Giarrana, i due presunti esecutori materiali dell’omicidio, anche per porto abusivo di arma.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri del gruppo di Monza e della compagnia di Desio, il movente sarebbe una rapina finita male. Giarrana, originario di Ravanusa, lo stesso paese siciliano dove era nato Paolo Vivacqua, l’imprenditore ucciso a novembre del 2011 nel suo ufficio, sarebbe stato informato che la Lo Jacono, consuocera di Vivacqua, quella sera sarebbe rientrata a casa dalla figlia con molto denaro contante. I tre si sarebbero organizzati per rapinarla. Petrullo ha fatto da palo attendendo l’arrivo della donna, mentre Giarrana e Radaelli l’hanno aspettata in garage. Al suo arrivo, tutti con il volto coperto, l’hanno aggredita chiedendole il denaro, che forse, però, la donna non aveva.
Dopo il tentativo fallito di ucciderla con la pistola, che si è inceppata, la Lo Jacono darebbe riuscita a strappare l’arma a uno degli assassini che l’hanno quindi aggredita mortalmente con il coltello. Nella colluttazione Radaelli si sarebbe ferito ad una mano. Una ferita profonda, il sangue ha lordato il garage e poi la via di fuga.
Una scia seguita anche dai carabinieri che strada facendo hanno trovato una borsa, forse portata dalla banda per metterci il denaro, con dentro il coltello usato per l’omicidio. Capolinea, l’abitazione di Radaelli, in via Partigiani d’Italia all’angolo con via Pozzo Antico. I militari hanno anche verificato dove il ferito si fosse fatto medicare e hanno scoperto che il suo nome era stato registrato al pronto soccorso dell’ospedale di Desio.
Tutto facile per gli investigatori che non escludono comunque il legame con l’omicidio Vivacqua che, raccontano le cronache, con le sue vorticose attività muoveva 300/400 mila euro in contanti alla settimana. Forse Giarrana, aveva colto voci dalla Sicilia su una partita di quel denaro detenuto dalla vittima o dalla figlia, moglie di uno dei tre figli di Paolo Vivacqua, in carcere. Denaro che, tuttavia, non è stato al momento trovato.
Paola Farina
Roberto Magnani