Desio, il forno sarà potenziatoLa Regione: inquinanti alle stelle

A maggioranza il nuovo piano di potenziamento da 32 milioni di euro proposto da Bea - Brianza Energia Ambiente - è passato. Il forno inceneritore di Desio brucerà più rifiuti, ma la Regione allerta: gli inquinanti saranno il doppio della soglia di attenzione.
«Raddoppiate o vogliamo i danni»Inceneritore di Desio nella bufera

Desio – Il sindaco Roberto Corti ha votato «no», non vuole che il forno inceneritore di casa sua bruci più rifiuti di quelli attuali. Ma non è bastato: a maggioranza il nuovo piano di potenziamento da 32 milioni di euro proposto da Bea – Brianza Energia Ambiente – è passato. Tre gli astenuti, la Provincia MB e i Comuni di Muggiò e Lentate sul Seveso. Una riunione durata quattro ore quella dei sindaci degli undici Comuni soci, sul tavolo un nuovo piano industriale del termovalorizzatore di via Agnesi.

Un piano al quale si sono opposti un po’ tutti, da i politici, alle associazioni ai comitati di cittadini, tanto che prima della riunuione c’è stato un presidio promosso dal Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza. Il piano industriale prevede tre punti: la ristrutturazione dell’impianto, una nuova turbina e un impianto di compostaggio. L’investimento è di 32 milioni di euro. La riqualificazione porterà ad un incremento di rifiuti inceneriti di circa 30 mila tonnellate all’anno, da 58 mila a 88 mila. Aumenterà in particolare la quota di rifiuti smaltiti per i comuni non soci, da 8 mila tonnellate a 34 mila. Il prezzo di smaltimento calerà da 109 euro a tonnellata a 90. I ricavi crescono di quasi tre milioni di euro.

«Attualmente i comuni soci conferiscono rifiuti per sole 38mila tonnellate e 27mila vengono reperite altrove – dice Sel – Bea prevede l’aumento dei rifiuti inceneriti come requisito necessario per coprire tutti gli investimenti chiesti ai comuni. La pratica della differenziata ha ridotto il ricorso all’incenerimento e prevedere un piano che trova il pareggio economico, attraverso la maggiore quantità di rifiuti smaltita con l’incenerimento, rischia di esporre a un forte rischio i Comuni. Una scelta di questo genere provoca la “caccia” al rifiuto oppure ad allentare l’attenzione e l’impegno sulla raccolta differenziata».

Un potenziamento, dice Biagio Catena Cardillo, del Comitato: «al servizio di rifuti provenienti da tutta la Provincia e dalla Regione, perché gli undici comuni componenti del consorzio Bea non riusciranno mai a raggiungere quelle quantità anche con la convenzione capestro prodotta dalla dirigenza del forno». Il potenziamento del forno richiderebbe un investimento di 32 milioni, denaro che deve essere reperito, tanto che il piano industriale prevede il coinvolgimento di privati, costituendo una nuova società di gestione, con il 40 per cento al capitale privato con un vincolo, per i comuni soci, di altri 20 anni.

Una prospettiva che Gianmarco Corbetta, del Comitato per l’alternativa al forno considera: «Aberrante in quanto ucciderebbe sul nascere qualsiasi evoluzione virtuosa del sistema di gestione dei rifiuti e impedirebbe qualsiasi risparmio economico per le tasche dei cittadini». Corbetta chiede di riconvertire il forno in un impianto di gestione a freddo del rifiuto residuo: «Chiediamo inoltre che le stesse amministrazioni comunali provvedano a sfiduciare il consigliio di amministrazione di Bea».

Tra l’altro, critiche al piano arrivano anche dalla Regione, almeno sul fronte ambientale: il nuovo piano industriale richiede «particolari misure di mitigazione e compensazione». Lo scrive la Regione in una lettera inviata a Bea in risposta all’istanza di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. L’aumento di potenzialità è stato sottoposto a procedura di verifica di Valutazione di Impatto ambientale».

Secondo i risultati, sono sopra la soglia i valori di Pm nell’aria (141,1 contro la soglia di attenzione di 60) e anidride carbonica (131,4 contro 60) e altri inquinanti. Superano i limiti anche i valori relativi agli odori (122,9 su un limite di 60) e i rumori (93 su un limite di 60). L’indice di impatto complessivo è valutato in 1352,5, contro una soglia di 500. Il progetto non risulta assoggettato alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale regionale, ma i tecnici chiedono comunque «misure particolari di mitigazione e compensazione», che saranno prese in considerazione in vista del rinnovo dell’autorizzazione.