Desio – Dietro la cava di via Molinara c’è l’ndrangheta. Davanti all’ex palazzo dell’arredamento «solo» una montagna di rifiuti. Immensa. Pneumatici, divani, materiali edili. Un mercato dell’inciviltà. Che ci fosse un’isola ecologica «fai da te» a due passi dalla stazione ferroviaria nessuno, in apparenza, sembra saperlo. Una bella novità. Da segnalare: «Welcome to Desio: la “città discarica”»: avete rifiuti da scaricare gratis, 24 ore su 24? Li accogliamo tutti.
Nonostante i proclami e un gran stracciare di vesti sulla tolleranza zero, dalle segnalazioni ricevute in redazione, ma anche soltanto tenendo gli occhi aperti (neanche troppo, in fondo) la ricettività di Desio sembra infinita. Come nel film «Il piccolo Buddha» di Bertolucci, dove ali di folla giovane e festante occlude alla vista del sovrano la miseria che regna tutto intorno, la pulizia a Desio sembra venga riservata solo a piazze, strade e giardini che i cittadini vedono e frequentano. Altrove i rifiuti sono come polvere da nascondere sotto al tappeto. Nelle periferie. Ma anche in centro nelle zone abitate perlopiù da stranieri, per alcuni rifiuti anche loro. Come nel piazzale antistante l’ex Palazzo dell’arredamento, alle spalle del Sil. Ora l’assessore minaccia di sanzionare i proprietari dell’ex Palazzo. Vedremo.
Si perde il pelo, non il vizio. Desio come il lupo: non è bastata l’onta di via Molinara, dove la malavita organizzata per mesi ha fatto quel che ha voluto seppellendo sotto terra tonnellate di rifiuti. Ad accorgersene, se qualcuno se ne fosse dimenticato, alcuni residenti, tra l’altro per lungo tempo inascoltati. Il film deve essere piaciuto. Tanto che sono spuntate nel frattempo altre due bombe ecologiche, in un terreno privato in via Delle Baraggiole, a San Giorgio, e un¿altra a San Carlo. La prima era stata oggetto di una denuncia da parte della polizia locale già nel 2004. I rifiuti, di natura ignota, 20mila metri cubi, sono ancora al loro posto.
Ci sono poi micro discariche: la rete di un letto, un materasso, una lavatrice. In via Zandonai avevano abbandonato un arredamento completo: i residenti, esasperati, hanno transennato l’area. C’è anche un’isola ecologia comunale perfettamente funzionante ma forse qualcuno fa finta di non saperlo. Il problema è anche culturale: la differenziata è una percentuale, cosa poi i cittadini mettano effettivamente nei sacchi è talvolta un mistero: «Ci vuole un po’ più di rispetto per il nostro lavoro» ha detto giorni fa all’indirizzo di qualche cittadino un po’ refrattario alle regole un operatore ecologico: sacchi neri, carcasse di vecchie stampanti, l’umido in sacchetti del supermercato. Fuori dai condomini c’è un po’ di tutto e l’impressione è che un po’ di tutto venga raccolto senza batter ciglio.
R.M.