Desio, area confiscata alla mafiaIl sindaco non vuole le palazzine

In via Molino Arese è guerra sul terreno confiscato alla mafia. Su parte dell'area la giunta Corti ha scoperto che è prevista la costruzione di palazzine. Il prefetto ha chiesto lumi al Comune. Il sindaco: non abbiamo soldi per costruire.
Desio, area confiscata alla mafiaIl sindaco non vuole le palazzine

Desio – Il consiglio comunale ne discute, il prefetto di Monza scrive al sindaco, uno dei progettisti puntualizza. I riflettori sono puntati su un “piano di lottizzazione” che prevede la realizzazione di una serie di palazzine su una vasta area di varie proprietà, al confine con Cesano Maderno. Tra i diversi terreni, c’è anche una parte di quello confiscato alla mafia, in via Mulino Arese, che era di proprietà di un mafioso condannato in via definitiva ed è stato acquisito dal comune. E qui sta il punto. L’Agenzia del Demanio, nel 2008, ha dato parere favorevole alla realizzazione del piano, a condizione che una parte degli edifici sia dedicata alla edilizia residenziale pubblica.

Il Comune, sotto l’amministrazione di Giampiero Mariani, dal 2007 in poi non ha mai stanziato a bilancio i finanziamenti per la realizzazione. Lo precisa anche la delibera di consiglio comunale presentata in aula. Il prefetto di Monza, accortosi dello stallo, ha quindi scritto una lettera all’attuale sindaco Roberto Corti, per sollecitare una presa di posizione: o il comune ritiene “effettivamente realizzabile” quanto previsto, oppure proponga un altro utilizzo del bene (sempre con finalità sociali), escludendosi dal piano di lottizzazione. Ed è quest’ultima la scelta della giunta Corti, discussa ieri in consiglio comunale. “Non abbiamo i soldi per realizzare il progetto. La spesa stimata è di almeno un milione di euro” spiega il sindaco.

“Quel piano – aggiunge – non ha nessun vantaggio per il comune, ma solo per i privati”. Intanto uno dei due professionisti che hanno firmato il piano di lottizzazione, l’architetto Claudio Lazzarotto, fa delle puntualizzazioni sul lungo e complesso iter urbanistico della pratica, che ha presentato in comune, insieme al geometra Natale Moscato. “Il piano di lottizzazione previsto nella convenzione urbanistica del 28 ottobre 2010,è stato concordato in ogni sua fase con la dottoressa Anna Baronti, amministratore giudiziario dei beni dell’ex proprietà confiscata, nominata dal tribunale di Reggio calabria”spiega Lazzarotto ripercorrendo i passaggi: “La destinazione residenziale pubblica prevista è conforme alla nota dell’agenzia del demanio del 2008. I lottizzanti hanno accettato di accollarsi tutte le spese di competenza comunale per le opere di urbanizzazione. La destinazione urbanistica è stata riconfermata da tutte le amministrazioni comunali in carica dal 1995 alla data della convenzione urbanistica”.

Dunque, spiega ancora l’architetto: “I proprietari delle aree hanno incaricato i propri professionisti di fiducia a redigere il progetto, curato dal sottoscritto e da altri due professionisti fino al 2008 e poi a causa dell’improvvisa scomparsa di uno dei due progettisti, dal sottoscritto nell’interesse dell’87% delle proprietà mentre la restante quota da altro professionista. I lottizzanti sono in attesa del permesso di costruire”. Sempre su quell’area, il 30 aprile, don Luigi Ciotti inaugurerà la palazzina per la comunità di malati psichici.