Desio: 12 ore al pronto soccorsoIl parente? Già ricoverato altrove

Rissa tra donne, colpa del caneUna finisce all’ospedale di Desio

Desio – Per dodici ore, dalle 9 del mattino alle 21, nella sala d’attesa del pronto soccorso dell’ospedale di Desio, dove ha accompagnato un parente. Ore snervanti, dove alla preoccupazione costante si affianca via via la noia. Alle 21.15, esausto, chiede lumi ai sanitari sulle condizioni del congiunto: «E’ stato trasferito e ricoverato in un altro ospedale, poco fa».

Un caso del quale R.M., desiano, fa una denuncia pacata, quasi in punta di piedi. Ha trascorso un giorno intero: «in un frenetico andirivieni di ambulanze e susseguirsi di pazienti, tutti da pronto soccorso?» si chiede. Ammette che, vista la dedizione del personale: «in continuità sotto la pressione dell’urgenza e nella difficoltà di passare ordinatamente le consegne a fine turno» il disguido ci può stare. Fatto sta che il trasferimento del parente è avvenuto senza una telefonata preventiva ai recapiti telefonici comunicati né, tantomeno, di persona in sala d’attesa.

Ma la critica è costruttiva, R.M. invita infatti la direzione sanitaria a verificare l’adeguatezza degli organici ed a creare un miglior collegamento, magari attraverso dei volontari: «tra il personale sanitario che giustamente chiede di lavorare con tranquillità e i familiari in ansia nelle sale d’attesa che oltretutto faticano a comprendere i messaggi vocali diffusi dai microfoni».