Concorezzo, tricolore «cinese»: Lega polemica ma colta in fallo

Concorezzo, tricolore «cinese»: Lega polemica ma colta in fallo

Concorezzo – Per l’Italia unita la giunta si divide. Dalle bandiere italiane made in China alle celebrazioni per la festa del 17 marzo, Lega Nord si sgancia dal resto della squadra di centrodestra guidata dal sindaco Riccardo Borgonovo. Il vicesindaco Mauro Capitanio, in quota Carroccio, fa sapere che, con ogni probabilità, non sfilerà accanto ad amministratori e cittadini nel corteo previsto per il 17 marzo in Piazza della Pace a Concorezzo. “Alla celebrazione, considerato il fitto calendario di impegni in agenda, preferirò gli altri momenti di approfondimento in programma”, annuncia il vicesindaco leghista. E, come lui, molto probabilmente faranno gli altri colleghi di giunta e militanti del partito: mentre per le strade del centro sfilerà la parata per festeggiare i 150 anni dell’unità d’Italia, con tanto di banda musicale, assessori ed esponenti del Carroccio saranno insomma in altre faccende affaccendati.

L’assenza della Lega, precisa Capitanio, non sarebbe tanto ideologica, quando “di merito”, perché i fedelissimi di Umberto Bossi avrebbero preferito un’organizzazione diversa, con occasioni di riflessione “che non compaiono invece nel calendario degli appuntamenti”. “Teruzzi (Edoardo, capogruppo in consiglio per il Pdl nonché responsabile del comitato per l’organizzazione degli eventi per i 150 anni dell’Unità d’Italia) e Lissoni (Antonio, ex sindaco di centrosinistra ora capogruppo all’opposizione) si dicono animati da patriottismo, ma il comitato in questione si è limitato a coordinare le date di manifestazioni che erano già in programma, grazie alla disponibilità dell’archivio storico di Concorezzo e degli alpini che hanno dimostrato in concreto, e non solo a parole, il loro amore per la nazione – rileva critico il numero due di piazza della Pace – La Lega quindi non vuole prendere le distanze dalla ricorrenza che c’è ed è giusto che venga celebrata, ma ci aspettavamo dei momenti di riflessione, anche critici, che potesse dare ai cittadini, e soprattutto ai giovani, un’occasione di vera riflessione sul tema dell’unità d’Italia. Il timore è che, il 17 marzo, la festa si trasformi solo in una sventolata di bandiere cinesi che i ragazzi affronteranno con lo stesso animo con cui vanno in piazza a festeggiare l’Italia ai Mondiali. Senza sapere cos’è la storia, l’unità d’Italia e il Risorgimento…”.

Tutta leghista è anche la polemica sulle 1500 bandiere messe a disposizione del Comune, a titolo gratuito, dal titolare dell’azienda “AB.M” di Concorezzo, Mao Aibin, di nazionalità cinese ma da tanti anni residente in Italia con la famiglia. “Non metto in dubbio la buona fede dell’azienda che opera sul territorio – precisa Capitanio – ma resta il fatto che, quando è l’amministrazione che distribuisce materiale ai ragazzi, bisogna stare attenti: come sono state prodotte queste bandiere? E soprattutto da chi? Un’istituzione non può ignorare temi importanti, come il diritti dell’infanzia e dei lavoratori…”.

Peccato che il made in China ormai abbia talmente invaso il mercato che ci è caduta anche la Lega: verde, ma con la scritta bianca all’interno “Made in China” è, infatti, il gadget fornito nei giorni scorsi dall’associazione Giovani Padani di Concorezzo ai cittadini ha dato l’assist all’ex sindaco Antonio Lissoni per montare nuove polemiche. “A volte basterebbe un po’ di coerenza…”, è il commento del capogruppo del centrosinistra.
Erika Camasso