Concorezzo, la difesa di Biondo:«La mia carriera non finirà così»

Doping, Biondo all’esame Coni:«Combatto, spero in uno sconto»

Concorezzo – Arriva in bicicletta, con la “divisa d’ordinanza”. Occhiali a specchio sulla testa, mette gli occhi scuri negli occhi: «Non è così che voglio smettere di correre. La mia carriera, ci può scommettere, non finirà qui». E’ una difesa sicura quella di Maurizio Biondo. Lui, il campione di Concorezzo cancellato dai mondiali di ciclismo a Mendrisio per doping, parla per la prima volta dopo un silenzio di quasi due mesi.

«Su di me sono state scritte tante bugie, falsità – dice – Ho pensato che fosse ora di chiarire». E allora chiarisce, Biondo. Lo fa iniziando dalla fine: le controanalisi che lo attenderanno a Losanna il 7 ottobre prossimo. «Quel giorno andrò nei laboratori assieme al mio avvocato e al perito – spiega il ciclista della Ceramica Flaminia-Bossini docce – I tecnici apriranno il campione B e rifaranno i controlli. Il risultato arriverà dopo 3 giorni. E allora si saprà la verità».

Da questa verità Maurizio sa che dipenderà tutta la sua carriera, o per lo meno i prossimi due anni della sua vita. Perché, se i risultati confermeranno la positività all’epo riscontrata dai controlli effettuati nella sua abitazione di Concorezzo il 12 agosto scorso, lui sarà fuori dai giochi per due primavere. L’iter, in questi casi, non lascia altre possibilità: squalifica per due anni, indagini del Coni, convocazioni in Procura. Insomma, nessuna gara agonistica.

«Se quegli esami non mi avessero fatto cadere dalle nuvole – attacca il corridore – non avrei speso 8mila euro per le controanalisi. Spero che questa faccenda si chiuda al più presto». Per Biondo intanto qualcosa di chiuso c’è già: i mondiali a Mendrisio, che giovedì, giorno della cronometro che avrebbe dovuto averlo al via, ha potuto vedere soltanto in tv. «E’ stato più forte di me – racconta – ho voluto vedere le gare per valutare il livello dei corridori. Mi è dispiaciuto, certo. Anche perché un piazzamento importante sarebbe stato di sicuro alla mia portata».

Il campione mette a tacere anche le voci che lo vorrebbero in contrasto con il ctt azzurro, Franco Ballerini. «Non è vero che la squadra si è schierata contro di me, anzi – precisa – Tutti mi stanno sostenendo e lo faranno finché non verrà fatta chiarezza. Dopodiché è ovvio che se le controanalisi daranno ragione ai primi controlli il mio team non potrà far altro che mollarmi». Nell’attesa del verdetto Maurizio passa le giornate ad allenarsi. «Corro tutti i giorni, perché questo è il mio lavoro – dice – Questo incidente è capitato nel momento sbagliato. Ero lanciato, avevo contatti con grandi squadre… Comunque vada, il mio destino è e resta la bicicletta».
Erika Camasso