Concorezzo – L’avviso era apparso all’inizio della settimana vicino alle baracche che da tempo avevano trasformato il boschetto nella zona di San Camillo in un accampamento abusivo di nomadi: “Area sottoposta a provvedimento di sgombero”. E questa mattina, venerdì, poco dopo le 8 una ventina di uomini, tra agenti della polizia locale di Concorezzo e carabinieri, sono arrivati in via per Monza per abbattere le baracche di legno costruite dalle famiglie rom e sgomberare gli abitanti abusivi. Nelle scorse settimane, durante un censimento compiuto dai vigili di Concorezzo, nel campo erano state contate undici persone, due delle quali minori compresi tra i 14 e i 16 anni. All’arrivo delle forze dell’ordine, sette se n’erano andate. Gli altri cinque rom, tra cui un nucleo famigliare composto da madre, padre e figli aid 15 anni, si erano solo spostati qualche metro più in là, in due nuove baracche che loro credevano già sul territorio di Monza. E invece no. Da veloci controlli è risultato che i cinque nomadi erano ancora nei confini della città. Intorno alle 10,30 così anche le ultime due baracche sono state abbattute: la famiglia con la ragazzina minorenne si è allontanata volontariamente, rifiutando ogni intervento dei Servizi Sociali del Comune, mentre gli altri due rom, entrambi intorno ai 60 anni, sono stati sgomberati: dovranno lasciare il territorio italiano entro 30 giorni. «Non si tratta di fare i duri o di usare il pugno di ferro – ha commentato l’assessore leghista alla Sicurezza, Walter Magni, che ha partecipato alle operazioni – Si tratta di fare rispettare la legge e prevenire situazioni da far west che spesso fanno poi da scudo a furti, rapine, truffe».
Erika Camasso