Barlassina – Un deserto dei tartari l’assemblea straordinaria per il rinnovo del direttivo dell’Aido che si è svolta domenica 6 febbraio in sala Longoni. Un risultato che ha costretto i pochi volontari ancora decisi a portare avanti l’associazione e Lucio D’Atri, presidente dell’associazione donatori di organi di Monza e Brianza, a prendere atto della situazione. La sezione di Barlassina, con i suoi 214 iscritti, dopo oltre trant’anni, era stata istituita nel 1979, ha così chiuso i battenti per mancanza di candidature, ma anche di persone chiamate a votarle.
Lo stesso D’Atri ha però fatto sapere che l’Aido provinciale prenderà in considerazione quanto accaduto e nominerà un referente per cercare di far ripartire il gruppo barlassinese. Solo quattro i candidati che si erano offerti per entrare a far parte del direttivo dell’Aido cittadino, mentre lo statuto prevede che avrebbero dovuto essere almeno in cinque. In sala, invece, pochissime le persone presenti, tra questi l’assessore ai Servizi sociali Luisa Trezzi, Laura Codazzi giovane socia di Seveso, Salvatore Agates consigliere provinciale dell’Aido e residente a Desio, Luciano Ferrario di Meda, Francesca Cattaneo, ex segretaria dell’Aido di Barlassina e Angelo Giordano di Lentate sul Seveso, quest’ultimo responsabile di zona e dal settembre scoro commissario del gruppo cittadino.
All’asseblea anche Gianmarco Glerean: «Mi dispiace che un’associazione importante per tutti sia costretta a chiudere – fa sapere Gianmarco Glerean, ex consigliere Aido -. Ancora oggi la donazione di organi è una delle poche soluzioni per ridare una speranza di vita a molte persone. Purtroppo non sono tanti coloro che riflettono su questa possibilità, anche per colpa della normativa che dall’obbligo di decidere se donare gli organi dopo la morte ha trasformato quell’opzione solo in una possibilità, sollevando così la gente dal porsi delle domande. All’assemblea di domenica mi aspettavo comunque una maggiore partecipazione, anche solo per sentire delle lamentele che spesso vengono fatte al di fuori, ma mai segnalate direttamente».
Ivan Bavuso