Caso Emma, ira contro il Governo:«Lavora solo per i marò in India»

Si aspetta che la stessa forza che il governo ha dimostrato in questi giorni, sottraendo alla giurisdizione indiana i due marò italiani accusati di aver colpito a morte due pescatori, venga usata anche verso la Siria per riportare a casa, a Velasca, la piccola Houda Emma. Il sogno di mamma Alice Rossini di Vimercate.
Caso Emma, ira contro il Governo:«Lavora solo per i marò in India»

Vimercate – Si aspetta che la stessa forza che il governo ha dimostrato in questi giorni, sottraendo alla giurisdizione indiana i due marò italiani accusati di aver colpito a morte due pescatori, venga usata anche verso la Siria per riportare a casa, a Velasca, la piccola Houda Emma, che il 20 marzo compirà tre anni e che fu rapita nel dicembre del 2011 dal padre Moahamad Kharat del quale si sono perse le tracce.

Ed è un refrain che sta invadendo la pagina facebook del gruppo ‘Ridiamo la piccola Houda Emma alla sua mamma’, con minaccia di assedio della pagina che il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha sul social network. “È da tempo che vado dicendo che ho tanto l’impressione, comprovata dai fatti purtroppo, che si stiano usando due pesi e due misure, come se esistessero cittadini italiani di serie A e di serie B -ha dichiarato Alice Rossini, mamma di Emma- A me continuano a dire ‘ signora, purtroppo in Siria c’è la guerra e non c’è spazio di manovra’. Ma pensano che io mi possa accontentare di questa risposta? Sono contenta che i due marò siano qui in Italia, ma noto anche che in questo caso il governo italiano ha mostrato i muscoli, vorrei lo facesse anche per la mia bambina. Voglio almeno sapere che è viva”.

Le notizie, poche e frammentarie, filtrate nel corso dei mesi danno la bambina probabilmente in Siria, forse presso i genitori dell’uomo. Ma sono mere congetture. Ieri mattina Alice Rossini era al mercato del venerdì, in centro storico, con un banchetto per chiedere alla gente un contributo economico utile per portare avanti la battaglia e una firma in calce a quella petizione lanciata via web a dicembre, e distribuita anche in forma cartacea, perché il governo e il parlamento risolvano l’impasse. Diverse centinaia di firme già sono state raccolte, e ancora si va avanti.

“Ho preparato delle spillette con fiocchetti tricolori e con un foglietto di richiesta di aiuto per riportare a casa Emma, mia figlia, cittadina italiana -ha spiegato la mamma velaschese ieri mattina- Raccoglieremo ancora firme e ci rivolgeremo al governo una volta che si sarà insediato. Inviare ora la petizione, con l’incertezza di un parlamento ancora in pieno fermento, non serve. Aspetteremo quando sarà il momento giusto e partiremo con un nuovo pressing”. Dal rapimento della piccola a oggi, le iniziative legali e i canali di mediazione attivati dalla madre per tornare ad abbracciare la sua bambina sono stati numerosi.

La donna ha ottenuto in sede giudiziale l’affidamento esclusivo della figlia, mentre a carico del padre fuggitivo si sono moltiplicati i capi d’imputazione. Risale a qualche mese fa l’ipotesi di accordo tra le parti, con un incontro che doveva avvenire materialmente in Libano, e che invece l’uomo ha mandato a monte riservandosi poi di chiedere 300mila euro alla donna solo per poter rivedere la bambina. Poi, più nulla. Silenzio totale. Sul padre grava un mandato di arresto internazionale.
Anna Prada