Caso Anselmi, l’assicurazione:”Non c’è stata nostra negligenza”

«Carlo Anselmi non è morto per una nostra negligenza». È la replica della compagnia di assicurazione «Fondiaria Sai» alle accuse de «Le Iene» mercoledì sulle circostanze che due anni fa provocarono il decesso del giovane seregnese.
Caso Anselmi, l’assicurazione:”Non c’è stata nostra negligenza”

Seregno – «Carlo Anselmi non è morto per una nostra negligenza». È questa, in sintesi, la replica della compagnia di assicurazione «Fondiaria Sai» alle accuse rivoltele da «Le Iene» mercoledì scorso, nella puntata della loro consueta trasmissione settimanale, in onda su «Italia 1», in merito alle circostanze che, nell’estate di due anni fa, provocarono il decesso del giovane imprenditore seregnese, che prima di partire per Cuba aveva stipulato una polizza assicurativa valida per un gruppo di cinque persone, pagata 500 euro.
«Smentiamo categoricamente – ha precisato la compagnia assicurativa – di aver mai ricevuto alcuna autorizzazione al suo trasferimento dall’ospedale di Santa Clara ad uno più attrezzato de L’Avana. A «Le Iene» abbiamo fornito la documentazione che lo attesta, di cui però è stato fatto un utilizzo parziale e non rappresentativo del reale svolgimento dei fatti». L’attenzione si è spostata poi sulla trascrizione della telefonata, mostrata nel servizio televisivo, che invece secondo il conduttore Luigi Pelazza proverebbe l’avvenuto ok allo spostamento del paziente: «Nella versione integrale, è evidente che l’autorizzazione è stata fornita, ma anche che è stata subordinata ad un controllo successivo. Solo cinquantatre minuti dopo, Anselmi è stato sottoposto ad un nuovo intervento d’urgenza: ribadiamo quindi che, nonostante i nostri sforzi, andati ben oltre quanto contemplato nella polizza sottoscritta, le autorità mediche si sono sempre opposte al trasferimento».
In soccorso alle tesi della «Fondiaria Sai», incredibilmente, è arrivato anche Agostino Anselmi, padre di Carlo: «Le responsabilità della compagnia assicurativa sono palesi, ma sono rimasto stupito che «Le Iene» abbiano completamente trascurato quelle del consolato e dell’ambasciata italiana sull’isola, che invece per me sono pari almeno all’80 per cento. L’ho scritto a Luigi Pelazza, che giovedì ho anche cercato di contattare telefonicamente. Inutilmente».
Ma c’è di più: «Gli unici organi di informazione che mi stanno aiutando sono i giornali locali. Quel che è accaduto mercoledì non posso non ricondurlo al fatto che «Italia 1» sia di proprietà del premier Silvio Berlusconi e che, pertanto, fosse sconveniente che in quel contesto si mettessero in cattiva luce le istituzioni. Anche quando mi rivolgo a giornali a tiratura nazionale, tuttavia, ricevo solidarietà e stop: di articoli non se ne parla, altrimenti il ministro degli Esteri Franco Frattini si potrebbe arrabbiare». Tra i motivi di delusione del genitore c’è infine anche il comportamento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Ha il secondo staff più costoso al mondo, dietro appena a quello dell’imperatore del Giappone. Nonostante ciò, però, di risposte ai solleciti di chi gli chiede di spiegare ad un padre il perché della morte di suo figlio non c’è nemmeno l’ombra…».
P.Col.