Carate, processo DiametraSfilata di testimoni in aula

Carate, crack Diametra: Buttisi difende parlando di religione

Carate – E’ ripreso questa mattina in tribunale a Monza il processo a carico del geometra besanese Edoardo Butti, a giudizio per bancarotta e truffa per la vicenda del fallimento di “Diametra”, la società costruttrice di una palazzina in via Alta a Costa Lambro che, nell’ottobre del 2005, gettò nella disperazione tredici famiglie, gran parte delle quali sono state costrette a ricomprarsi la casa all’asta. Una vicenda sfociata in un procedimento penale, che ha visto i due amministratori dell’impresa, i fratelli Adriano e Giuliano Camesasca di Carate, condannati a due anni e un anno e mezzo, e che vede oggi il geometra Butti sul banco degli imputati.

Sfilata di testimoni – Questa mattina sfilata di testimoni dell’accusa. Il pubblico ministero Salvadori mira a dimostrare che Butti rivestiva il ruolo di amministratore di fatto della società fallita, dunque con responsabilità precise, cosa che – ovviamente – l’imputato ha sempre negato. Tra i teste, un acquirente che aveva già versato 86 mila euro per un appartamento nella palazzina di via Alta. «Avevo proposto al geometra Butti la permuta con un casale da ristrutturare ma non se n’è mai fatto nulla – ha dichiarato l’uomo -. Inutile dire che non ho più rivisto i miei soldi».

La parte civile – A gennaio aveva testimoniato la parte civile, ossia una delle acquirenti degli appartamenti di Costa, che aveva raccontato come avesse firmato «la proposta di acquisto a febbraio 2005, poi il compromesso, versando 10mila euro in nero, trattando su prezzi e tempi di consegna con Butti, il quale disse che la casa sarebbe stata pronta a giugno». Promessa non mantenuta: «I lavori andavano a rilento, seppi che mancavano le autorizzazioni per gli allacciamenti di luce e gas, ma Butti continuava a tranquillizzarmi». Poi arrivò il giorno del rogito, firmato quando “Diametra” era di fatto già stata dichiarata fallita. «Durante l’atto qualcosa andò storto, ma alla fine concludemmo, il giorno dopo ci fu la notizia del fallimento – aveva raccontato ancora la donna, insegnante di educazione fisica -. Ad aprile 2007 sono stata sfrattata».

Pastore evagelico – In precedenza, in un interrogatorio reso alla polizia giudiziaria che gli chiedeva conto del suo ruolo nell’impresa, Butti aveva dichiarato di operare in “Diametra” solo perché, lui che era pastore evangelico, era mosso da spirito cristiano per assicurare che agli operai non mancasse lo stipendio. Cosa che aveva provocato la stizza del giudice Giuseppe Airò: «Sarà meglio che l’imputato venga in aula a spiegare molte cose, senza scomodare concetti divini», aveva tuonato il magistrato.

Si torna in aula a maggio – L’udienza è stata aggiornata al 21 maggio, per completare l’istruttoria dibattimentale: in quella sede verranno ascoltati i tre testimoni della parte civile, quelli della difesa e lo stesso imputato.