Carate e Giussano, il raccontodei volontari tornati dall’Abruzzo

Carate e Giussano, il raccontodei volontari tornati dall’Abruzzo

Carate/Giussano – «Prima di partire, guardando le terribili immagini trasmesse in televisione, mi ero fatto un’idea. Sono arrivato in Abruzzo e la realtà ha superato quelle immagini: ho visto un piccolo paese completamente raso al suolo. Solo chi è stato sul posto capisce cosa è successo veramente».

Da Carate a Bazzano – E’ il racconto del caratese Franco Parravicini, uno dei trentaquattro volontari che la scorsa settimana, a 24 ore dal devastante sisma che ha distrutto L’Aquila e dintorni, è partito da Agrate con la colonna mobile della Protezione civile provinciale per raggiungere l’Abruzzo e prestare soccorso agli sfollati. Con Parravicini sono partiti per l’aquilano altri tre volontari del gruppo caratese della Protezione civile, gli albiatesi Giuseppe Trovato e Camillo Brambilla e il sovicese Walter Zorloni. Sono rimasti al campo base di Bazzano allestito dalla Regione Lombardia, nel parcheggio di un multisala sventrato dalle scosse del terremoto, a una decina di chilometri da L’Aquila, fino a domenica, quando hanno fatto rientro in Brianza. La colonna mobile è arrivata a destinazione dopo un viaggio di più di tredici ore. E i volontari si sono messi subito al lavoro.

"Fuori dal campo c’è il deserto" – «Abbiamo montato tende senza sosta fino a sera, sia per i cinquecentoventi sfollati che per i soccorritori. Da mercoledì – racconta Parravicini – abbiamo iniziato a organizzare la segreteria e il servizio mensa e poi abbiamo catalogato tutti gli aiuti arrivati dai paesi vicini per poi distribuirli nelle tende che da giovedì, per fortuna, sono riscaldate da stufette. C’è parecchia gente che non ha più nulla tranne quello che ha addosso. Una donna anziana aveva perso il bastone sotto le macerie della sua casa: gliene abbiamo ricavato uno rompendo un ombrello. Insomma, ci si deve arrangiare». «Fuori dal campo – continua il volontario – sembra di essere in un deserto. La vita si è fermata di colpo. E’ difficile da spiegare. Ed è ancora più difficile spiegarlo ai bambini. Abbiamo cercato di farli ridere e giocare: è stato allestito un tendone apposta per loro, dove si ritrovano con i volontari, e giovedì abbiamo distribuito le uova di cioccolato, un modo come un altro per restituire loro un pizzico di quotidianità che gli è stata strappata». La terra, intanto, di tanto in tanto riprende a tremare sotto i piedi.

A Giussano con un ricordo indelebile – Gli occhi della gente, che da un momento all’altro, ha perso tutto è il ricordo indelebile che dall’Abruzzo si portano i volontari di Giussano. Per Gianfranco Cosmo, Andrea Conti, Enrico Ghidini, Gino Muscia, Marco Striatto, Stefano Ratti e Marco Valsecchi, poi raggiunti da Roberto Cerrioni, Ivan Zennaro, Claudio Omati e Franco Mazzetti, tutti del nucleo di Protezione civile dell’Associazione nazionale carabinieri, e da Andrea Scudellari e Luca Citterio della locale Croce Bianca, non dimenticheranno mai l’orgoglio di uomini e donne che vogliono lasciarsi alle spalle il terremoto che, in un attimo, ha sconvolto la loro vita. Sono rientrati a Giussano sabato,dopo giorni di lavoro ininterrotto, accolti dal presidente dell’Anc Sisto Polito e dal maresciallo Giuseppe Vantaggiato.

740 persone senza più nulla
– Il primo gruppo è partito il lunedì dopo il terremoto con la colonna mobile della Protezione civile di Lecco. Giunti a L’Aquila, dopo essersi accreditati alla scuola della Guardia di Finanza, sono stati inviati prima al campo di Pianola, poi a Monteluco di Roio. Qui, a quasi mille metri d’altitudine, hanno allestito il campo, montato le tende, due posti medico avanzati, dove sono state subito convogliate le vittime recuperate. Moltissimi gli anziani in condizioni fisiche e psicologiche fragili, senza casa o perché crollata o perché dichiarata inagibile. Il campo ha raccolto fino a 740 persone. Il lavoro non si è mai fermato anche in condizioni climatiche difficili. Vista la capacità organizzativa del nucleo giussanese, a Marco Valsecchi è stato affidato il compito di coordinare i 57 volontari presenti (nuclei Anc di Vobarno, Brunello al Monte, Verolanuova, Lecco, Foggia, Latina), la Croce di Malta e i boy scout. Oltre a gestire la struttura del campo hanno prestato sorveglianza all’ospedale, portato le persone nelle proprie case, recuperato il crocefisso delle chiesa di Pianola per le suore, hanno allestito una mensa coperta, utilizzando tavoli e sedie della vicina facoltà universitaria di ingegneria, inagibile per le scosse. Sempre dall’istituto hanno tirato la rete idrica per il rifornimento dell’acqua necessaria per l’igiene personale. Per compensare i dieci bagni chimici, che martedì erano già fuori uso, hanno realizzato un servizio igienico installando i sanitari smontati dalla scuola.

I rinforzi
– Poi sono arrivati i rinforzi. Mercoledì scorso altri quattro carabinieri in congedo e due volontari della Croce Bianca li hanno raggiunti con tre furgoni carichi di generi alimentari, prodotti igienici, giochi, pannollini, penne, pastelli, quaderni, raccolti grazie alla generosità di alcuni privati, della Pro loco, degli Alpini e della Banca di credito cooperativo di Carate Brianza.
Alessandra Botto Rossa
Federica Vernò