Carate, crack Diametra: Buttisi difende parlando di religione

Carate, crack Diametra: Buttisi difende parlando di religione

Carate – Ha detto di averlo fatto «per beneficenza», essendo lui un pastore protestante, e di averci anzi rimesso dei soldi propri. Spiegazioni che non sono andate giù ai giudici del tribunale di Monza, quelle fornite giovedì in aula dal geometra Edoardo Butti di Besana, sotto processo per bancarotta per il fallimento di “Diamtera”, impresa edile al centro di polemiche per aver lasciato 13 famiglie che avevano acquistato casa a Costa Lambro a bocca asciutta, e truffa nei confronti di una 35enne di Biassono a cui era stato fatto firmare un rogito per l’acquisto di un immobile nello stesso cantiere il giorno stesso in cui la società era stata dichiarata fallita. Una vicenda per cui i fratelli Camesasca, responsabili della società hanno già pagato con condanne da un anno e mezzo a due anni pronunciate dal gup di Monza. Butti ha scelto invece di andare a giudizio, negando di aver avuto ruoli decisionali in “Diametra”, come invece gli viene contestato dal pm Manuela Massens. In un interrogatorio reso alla polizia giudiziaria che gli chiedeva conto del suo ruolo nell’impresa, Butti aveva già detto di operare in “Diametra” solo perché, da pastore evangelico qual è, era mosso da «spirito cristiano», allo scopo assicurare che agli operai non mancasse lo stipendio. Giovedì ha aggiunto di essere «solo un tecnico», e che tutto ruotava attorno ai Camesasca. L’uomo è stato incalzato dalle domande di giudici e dell’avvocato di parte civile Alessandro Meregalli, che ha consegnato al tribunale il fax in cui si dichiarava il fallimento di “Diametra” che la segretaria aveva fatto pervenire “all’attenzione di Butti”. Un documento che proverebbere, secondo il legale, il coinvolgimento di Butti come “deus ex machina di Diametra”. Processo rinviato a novembre.
Federico Berni