Caponago, il bibliomane 46enneaveva 200 libri di Vimercate

Monza: frode ai danni di TelecomDenunciati anche due brianzoli

Vimercate – L’etichetta applicata sul dorso della copertina non lascia dubbi: biblioteca civica di Vimercate. Tra le pile di tomi accatastati, parte in casa e parte nel box, da V.B., il 46enne di Caponago denunciato un mese fa dalla polizia locale di Milano per appropriazione indebita di migliaia di libri sottratti dalle biblioteche di Milano e della Brianza, ci sono anche duecento volumi che per domicilio dovrebbero invece avere gli ordinati scaffali della struttura comunale di piazza Unità d’Italia.

La conferma è giunta nei giorni scorsi, quando gli agenti del comando milanese di piazzale Beccaria hanno inviato alla biblioteca cittadina l’elenco dettagliato dei titoli. Il controllo effettuato a Vimercate ha confermato il verdetto: i duecento volumi in questione mancano all’appello.

Mercoledì mattina, la polizia locale di piazza Marconi ha depositato in tribunale a Monza una denuncia di furto nei confronti di ignoti. Ora sarà il prosieguo dell’indagine già aperta a carico del caponaghese a dovere intrecciare la denuncia di appropriazione indebita, contestata dai vigili milanesi, con questo secondo tassello vimercatese. Infatti nulla permette di associare direttamente il prelevamento illegittimo dei libri dalla biblioteca di piazza Unità d’Italia con l’attività illecita dell’uomo.

Un dato è certo: qui in città chi ha messo a segno i ripetuti furti, molteplici perché è logico supporre che duecento volumi non possano essere stati sottratti in una sola tranche, non ha utilizzato il canale del prestito come aveva invece fatto negli altri casi V.B. presentando documenti falsi per ritirare i libri, trattenendo poi i volumi in casa propria e incappando alla fine nella rete dei controlli. A Vimercate, chi ha sottratto i duecento volumi, li ha semplicemente rubati. Prelevati dagli scaffali e portati fuori.

Come? Aggirando il sistema antitaccheggio posizionato all’uscita della biblioteca, o tramite la manomissione e l’estrazione della striscia magnetica da ogni libro oppure, più facile, trasportando qualche volume per volta in una borsa o in uno zaino foderato di fogli di alluminio. Sin qui la cronaca cittadina.

I fatti, incontrovertibili, dimostrano però anche che questi stessi libri, rubati a Vimercate, erano parte del bottino del caponaghese, volto peraltro noto nella biblioteca di Unità d’Italia, che sino a qualche mese fa frequentava con una certa assiduità e presso la quale era conosciuto con i suoi veri nome e cognome. I bibliotecari lo ricordano perfettamente: un tipo tranquillo, che ogni settimana trascorreva qualche ora tra scaffali e tavoli, senza mai aver creato problemi o attirato attenzione. Assolutamente insospettabile, come la sua maniacale e illecita passione per i libri.
Anna Prada