Camera o Regione, Civati ci sarà«Raccolgo proposte e idee»

O candidato presidente della Lombardia oppure capolista alla Camera: in un modo o nell'altro Pippo Civati (Pd) sarà protagonista delle prossime campagne elettorali, anche se l'incertezza è massima. E la data del 15 dicembre non lo convince.
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Monza – O candidato presidente della Lombardia oppure capolista alla Camera: in un modo o nell’altro Pippo Civati sarà protagonista delle prossime campagne elettorali, anche se l’incertezza è massima rispetto a numerose questioni tuttora aperte. Il consigliere regionale del Partito Democratico (che proprio nei giorni scorsi ha attaccato le spinte in atto nel suo movimento) non svela le sue carte e rinvia tutto ai prossimi giorni, quando dovrà decidere se partecipare alle primarie che dovrebbero incoronare l’aspirante governatore del centrosinistra.
«Se il partito – commenta – sceglierà di puntare su di me ci sarò volentieri, in caso contrario valuterò altre opzioni. Non mi interessa correre per spaccare: sarebbe opportuno proporre ai nostri elettori un nome in cui tutti si riconoscano dato che questa volta, a differenza di quanto accaduto negli ultimi quindici anni, abbiamo la possibilità di vincere. Per ora, però, si fatica a trovare qualcuno su cui tutti riescano convergere».

Lui, precisa, non intende scendere in campo con l’unico obiettivo di mostrarsi al pubblico: «La retorica – commenta – della candidatura a tutti i costi imposta da Renzi rischia di essere velleitaria. Chi si presenta deve avere un progetto politico tosto: non si fa campagna elettorale solo con lo staff, serve un percorso che affronti altre questioni oltre a quella della rottamazione ».
Il consigliere uscente, però, sarà comunque della partita: «Sto raccogliendo – dice – proposte e idee e ne sto offrendo di mie. Se per le primarie ci sarà qualcuno più forte di me mi farò da parte. Continuerò, comunque, a tentare di fare emergere temi utili al dibattito: in Lombardia la situazione dal punto di vista politicoamministrativo è devastante. In quindici giorni si è chiusa una stagione durata diciassette anni e, anche per questo, dobbiamo evitare di lanciare messaggi sbagliati».

Le cose da chiarire, aggiunge, sono ancora tante a partire dalla data delle elezioni e da quella della chiamata dei simpatizzanti ai gazebo: «Il Governo – afferma Civati – ci dica quando si voterà, si tratta di una questione di democrazia. A seguire il Pd decida quando organizzare le primarie: ritengo sbagliato farle il 15 dicembre. Mi sembra più opportuno indirle il 2, in concomitanza con l’eventuale ballottaggio per quelle nazionali».
E sulla competizione nazionale il monzese glissa: «Tra Bersani e Renzi – riflette – si era aperto uno spazio molto grande. Io ho chiesto agli altri che intendevano concorrere di poter lavorare insieme, ma ognuno è andato per la propria strada con il risultato di aver favorito la polarizzazione dello scontro. Io ho avanzato domande e richieste a entrambi i candidati ma nessuno ha risposto: al momento è arrivata solo un’apertura di Bersani sulla possibilità di promuovere primarie di collegio nel caso non cambi la legge elettorale. Renzi, invece, declina in modo sbagliato cose giuste come il rimpatrio dei capitali dalla Svizzera. Per ora non mi schiero: vedrò cosa accadrà nelle prossime settimane ».
Monica Bonalumi