Cade in un dirupo a CorrezzanaUn seregnese vivo per miracolo

"Mio figlio è ancora vivo per miracolo, quel precipizio non è segnalato". E' ancora scosso Ermete Vastola papà del 17enne di Seregno caduto in una scarpata a Correzzana nei pressi del Rio Pegorino, mentre percorreva un sentiero in bicicletta. E' grave.
Cade in un dirupo a CorrezzanaUn seregnese vivo per miracolo

Correzzana – “Mio figlio è ancora vivo per miracolo dopo un volo di dieci metri in un precipizio, dove non ci sono cartelli che lo segnalano”. Questo è quanto ha detto Ermete Vastola papà del 17enne di Seregno caduto in una scarpata sabato pomeriggio a Correzzana nei pressi del Rio Pegorino, mentre percorreva un sentiero in bicicletta.

“Sabato pomeriggio verso le 16.30 stavo camminando nei boschi a piedi e mio figlio, grande appassionato di mountain bike, mi precedeva di qualche metro – ha raccontato l’uomo – quando a un certo punto l’ho perso di vista e mi sono messo a cercarlo”. Vastola ha cercato il ragazzo, finché l’ha trovato in fondo a un precipizio profondo una decina di metri. “Ho capito subito, che era successo qualcosa di grave – ha proseguito il seregnese – allora ho tenuto calmo mio figlio, che lamentava dolore alla schiena e ho chiamato immediatamente i soccorsi”.

Nel giro di pochi minuti sono giunti sul posto un ambulanza e l’elisoccorso per il recupero del ferito in una zona inaccessibile, oltre ai carabinieri di Giussano. Il giovane studente frequentante il quinto anno all’istituto Badoni di Lecco, ha riportato una frattura della terza vertebra lombare a causa della brutta e imprevista caduta. “Il mio ragazzo è stato trasferito subito all’ospedale Niguarda di Milano nel reparto di traumatologia – ha spiegato il papà – adesso si dovrà sottoporre ad esami e due interventi chirurgici a causa del tremendo incidente”. La situazione inizialmente sembrava addirittura più grave per il salto nel vuoto fatto dal ragazzo e suo padre vuole delle spiegazioni.

“Questo per noi è un momento difficile – ha affermato Vastola – quello che non riusciamo a spiegarci è come sia possibile che in un parco del genere non siano segnati i percorsi. Questa è una mancanza assurda, che crea pericoli immensi, se si pensa a quello che è successo a mio figlio e che purtroppo se non si prendono dei provvedimenti immediati si rischia che la cosa possa ripetersi ancora in futuro”.

Dopo la grande paura, è il tempo della preoccupazione per il figlio e la rabbia per una mancata segnalazione, che poteva costare ancora più cara a un giovanissimo appassionato delle due ruote, che voleva solo passare un pomeriggio in compagnia di suo padre all’aria aperta, in uno dei parchi dove parecchia gente nel weekend va a fare passeggiate o pedalate in bicicletta. “Devo però ringraziare i soccorritori, che sono stati efficientissimi – ha concluso il signore di mezza età – e i carabinieri di Giussano molto gentili, che hanno chiamato per chiedere informazioni sullo stato di salute del mio ragazzo”.
Michele Boni