Busnago, ancora guai da moscheIl sindaco: «Ci hanno lasciati soli»

Busnago – È attesa nelle prossime settimane la conclusione del riesame dell’Aia – autorizzazione integrata ambientale – per l’allevamento Brusa e Pirola. La procedura era cominciata nel luglio del 2008 su richiesta dell’allora amministrazione Visconti, per trovare una soluzione definitiva alla decennale infestazione da mosche, che si manifesta particolarmente durante i mesi estivi. Il confronto è tra il comune, che chiede il ritiro dell’Aia e il ridimensionamento del numero di animali dell’azienda e Provincia di Milano, che sembra invece propondere per una soluzione “tecnica”, sulla cui efficacia i busnaghesi nutrono però qualche perplessità, tanto da voler chiedere agli enti coinvolti nella conferenza di servizi una esplicita dichiarazione di corresponsabilità per l’eventualità in cui il problema non venisse risolto o creasse addirittura nuovi imprevisti.

«Le istanze presentate a Regione e Provincia – spiega il sindaco Danilo quadri – non sono state accolte. Non siamo particolarmente ottimisti, ci stanno lasciando soli. Non possiamo chiedere ai cittadini di tollerare oltre questo incredibile disagio. Il problema sarà risolto solo quando non ci sarà più, non quando sarà diminuito». In questi mesi, l’amministrazione busnaghese ha sempre manifestato la ferma intenzione di chiedere alla Brusa e Pirola il ritiro dell’Aia, con una riduzione da 82mila a 40mila galline, «anche in considerazione di capacità gestionali ritenute carenti per un allevamento intensivo e impegnativo», spiegano da Busnago.

La Provincia ha invece ipotizzato, prendendo, secondo i busnaghesi, le difese dell’azienda, l’installazione di un tunnel di essiccazione della pollina per evitare la proliferazione di insetti e ridurre gli odori. Preoccupa la possibilità che il nuovo impianto di ventilazione possa rilasciare nell’aria, senza che venga filtrato, un maggior pulviscolo bianco, polvere di pollina essiccata.

Gli odori e l’estiva invasione di mosche sono le due emergenze più evidenti e fastidiose, ma non le uniche. «Le problematiche ambientali del paese – spiega Nikolaus Stern, consigliere di maggioranza ed ex presidente del comitato antimosche – non avrebbero mai ottenuto da parte delle autorità competenti la dovuta attenzione, se non avessimo denunciato un terzo elemento meno appariscente ma per certi aspetti ancor più grave per l’ambiente, cioè il potenziale inquinamento delle falde acquifere da nitrati». Una conseguenza del sistema di stoccaggio e di gestione dei reflui che secondo il comune non risponde alle normative vigenti.
Letizia Rossi