Monza – Mancava un quarto d’ora alle 8 quando la scuola “Francesca Morvillo Falcone” di Brindisi è stata investita da un’esplosione. Alle 7.45 di sabato mattina una bomba composta da tre bombole di gas collegate da fili elettrici ha ucciso una studentessa di 16 anni, Melissa Bassi, e ferito gravemente una sua amica. Abitavano entrambe in provincia, a Mesagne, e raggiungevano in autobus l’istituto professionale per la moda e il turismo. La sedicenne è morta dopo il ricovero in ospedale. Altre cinque persone sono rimaste ferite.
L’esplosione, molto violenta, è avvenuta in via Galanti, non lontano dal tribunale e in un primo momento gli investigatori hanno pensato che potesse essere questo l’obiettivo. In breve tempo la bomba è stata localizzata dietro un cartellone pubblicitario vicino a un cancello della scuola, sgomberata e transennata. A terra libri bruciati, scarpe e vetri rotti.
Nessuna rivendicazione dell’attentato, dal mattino ha preso corpo una pista mafiosa. Il sindaco di Brindisi Cosimo Consales in un’intervista a caldo ha parlato di “attacco della criminalità organizzata senza precedenti”. Sottolineando le coincidenze: colpita una scuola intitolata a Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone, morta col marito nella strage di Capaci del 23 maggio 1992; un istituto vincitore del concorso per la legalità e nel giorno in cui a Brindisi è arrivata la carovana antimafia. Un’ipotesi ridimensionata col passare delle ore.
In attesa degli sviluppi delle indagini, manifestazioni in tutta Italia hanno voluto dare un segnale forte di presenza, solidarietà e vicinanza alle vittime dell’attentato. Particolarmente coinvolti gli studenti.