Brianza, strade insanguinateUn anno di incidenti mortali

Desio: "Moto andava oltre i limiti"Morì centauro, tribunale archivia

Carate Brianza, febbraio 2009 Nella prima domenica di sole, la Valassina conta il primo morto in sella a una motocicletta. Michele Pontoriero, 35 anni, impiegato residente con la moglie a Desio, ha perso la vita lo scorso 8 febbraio mentre in sella alla sua potente Ktm 999 Super Duke stava percorrendo l’uscita di Carate. Lieve il tamponamento contro una Renault Clio che lo precedeva, mortale e per certi versi sfortunato l’impatto con i paletti del guard-rail a margine strada. Pontoriero è deceduto sul colpo. Inutile l’atterraggio dell?elisoccorso levatosi in volo dall’ospedale di Niguarda a Milano. Il sinistro si è verificato intorno alle 14.20. A quell’ora C.A., ventiseienne di Pioltello, sta viaggiando lungo la superstrada in direzione Lecco. Giunta all’altezza dello svincolo per Carate, imbocca l’uscita e percorre a velocità moderata la salita verso il rondò che conduce anche a Seregno e Giussano. Non lontano dal centro vendita piante Nippon Bonsai si sposta leggermente sulla sinistra, racconterà poi per evitare una buca, quando alle spalle sopraggiunge la Ktm. Il centauro in sella tenta il sorpasso, ma quando si accorge della manovra, frena disperatamente. La moto non risponde a dovere, anzi s’impunta e disarciona il povero Michele Pontoriero. Il desiano rovina a terra e finisce con violenza contro i paletti del guard-rail laterale. Muore sul colpo. La motocicletta invece continua la sua corsa per circa un centinaio di metri, fermandosi all’ingresso del centro bonsai. La ragazza alla guida della Clio è sotto shock. Sulla sua auto e sulla moto non ci sono segni di un impatto violento, eppure il motociclista è inerme in mezzo alla strada, con la visiera del casco in frantumi. Parte la richiesta d’aiuto. In una manciata di minuti l’ambulanza del 118 e gli uomini della polizia stradale di Seregno sono sul posto. Arriva anche l’elisoccorso dell’ospedale Niguarda di Milano, che atterra in un campo del Nippon Bonsai. I medici tentano disperatamente di rianimare Pontoriero, ma non c’è nulla da fare. Il desiano era nipote del noto giornalista de Il Giorno Franco Pontoriero.
Cristina Marzorati

Busnago, gennaio 2009 Due giovani vite spezzate in una notte e una terza messa in serio pericolo. Il bilancio ormai noto dell’incidente frontale di sabato scorso è terribile e richiama ancora una volta l’attenzione sulla pericolosità della Sp 2, la strada provinciale che collega Vimercate a Trezzo. Gabriele Perego, 27enne di Verderio Inferiore ma originario di Vimercate, e Diego Gaviraghi, 31 anni, di Pessano con Bornago, hanno perso la vita sull’asfalto, intorno all’1.30 della notte tra venerdì e sabato scorsi, all’altezza di Busnago. Viaggiavano su una Rover 600 verso Trezzo, in compagnia di Diego Carobbio, 27 anni, di Vimercate (Velasca). L’amico è ora ricoverato in ospedale e i carabinieri riferiscono che non hanno ancora ricevuto la comunicazione dello scioglimento della prognosi. Le sue condizioni sono apparse in un primo momento molto preoccupanti, ma sembra che ora il ragazzo vimercatese sia fuori pericolo. Dei rilievi del caso si sono occupati i carabinieri del Norm di Vimercate e i colleghi della stazione di Trezzo. È loro il compito di ricostruire la dinamica dell’incidente nel quale pare aver avuto una parte la fitta nebbia della nottata di venerdì. Secondo una prima ricostruzione, pare che la vettura occupata dai tre amici sia scivolata sull’asfalto, invadendo parzialmente la carreggiata opposta. Dalla direzione contraria veniva un’altra vettura, condotta da un trentunenne di Bellusco che nello scontro ha riportato solo ferite lievi. L’impatto è stato micidiale. Le due auto, finite una accanto all’altra sono spaventosamente danneggiate, soprattutto la Rover che poi i vigili del fuoco hanno ulteriormente dilaniato per riuscire ad estrarre i tre ragazzi. Diego Gaviraghi, alla guida, è morto sul colpo, Gabriele Perego poco dopo, all’ospedale San Gerardo di Monza. Unico sopravvissuto, il vimercatese Carobbio è stato condotto all?ospedale di Vimercate e poi trasferito al Niguarda di Milano in terapia intensiva, dove si trovava fino a ieri, in prognosi riservata. Quando è avvenuto l’urto, si trovava sul sedile posteriore e, appena estratto dalle lamiere, è risultato subito cosciente. Difficile per lui, ora, ricordare l’accaduto. Nell’impatto ha subito uno schiacciamento del torace, ma sembra che da qualche giorno sia fuori pericolo di vita. Sul luogo dei fatti è intervenuto uno straordinario spiegamento di uomini e mezzi, dai carabinieri del nucleo radiomobile di Vimercate ai colleghi della stazione di Trezzo, i soccorritori del 118 e i vigili del fuoco.
Valeria Pinoia

Desio, ottobre 2008 (i.b.) Due incidenti a pochi giorni di distanza all’intersezione tra le vie Tagliabue e Zandonai. Due incidenti quasi fotocopia che hanno avuto però conseguenze diverse. Con un giovane motociclista residente a Lissone che ha perso la vita tragicamente. Non mancano le polemiche e nel mirino inevitabilmente, ci finiscono un po’ tutti. Dagli automobilisti distratti alle amministrazioni che potrebbero rendere più sicure le strade. Giovedì 2 ottobre un giovane in sella al proprio scooter era stato investito da un’automobile che stava uscendo da via Zandonai. Per fortuna si era trattato di un incidente minore, con il ferito che era stato tempestivamente condotto al pronto soccorso. Ma quell’incidente era quasi stato premonitore di un evento che ha gettato nel lutto una famiglia e che ha scosso molte altre persone. Nel pomeriggio di sabato scorso, in quello stesso punto, Mirko Sanfilippo, di appena 23 anni, ha perso la vita dopo essersi scontrato in moto contro una Fiat Punto. La Yamaha del giovanesfrecciava (sembra a oltre cento chilometri all’ora) in direzione del quartiere San Giorgio mentre la Punto stava svoltando in via Zandonai per andare immettersi sulla Valassina. L’impatto è stato tremendo e per il lissonese non c’è stato niente da fare, nonostante gli interventi dei sanitari del 118. Ora proprio su quel tratto di strada, all?altezza di questa intersezione, il comune sta valutando la possibilità di realizzare una rotatoria.

Biassono, luglio 2008 Centauro perde la vita sulla ex provinciale. È accaduto nel tardo pomeriggio di mercoledì, intorno alle 18, uno degli orari in cui la Carate-Monza è più trafficata. All’altezza del confine tra Biassono e Macherio, Fiorino Berti ha perso il controllo della sua moto ed è rovinato violentemente su un muro di recinzione. L’uomo era nato e vissuto a Biassono in via Marconi e proprio su quella strada che aveva percorso mille volte ha perso la vita. Il colpo rimediato dalla caduta gli è stato fatale. La dinamica è ancora al vaglio degli inquirenti. Fiorino Berti aveva 51 anni e si occupava del montaggio di lastre di alluminio. Da pochi giorni, si era comprato una motocicletta e in sella alla due ruote ha trovato la morte. Non è ancora chiaro che cosa sia successo nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso, ma sembra che l’uomo abbia fatto tutto da solo. Sul posto, sono intervenuti i carabinieri di Monza e la polizia locale di Biassono, che hanno preso i primi rilievi del caso. A nulla è valso l’intervento rapido del 118 proveniente da Monza, poiché i tentativi di salvare l’uomo sono stati vani. Forse l’alta velocità, forse un guasto della moto, o più semplicemente a causa del sole, il 51enne ha perso il controllo della sua motocicletta. «Mi hanno avvisato di quello che è successo – ci ha detto il biassonese doc Silvano Meregalli, attuale assessore ai lavori pubblici – e mi dispiace davvero moltissimo. So che aveva comprato la motocicletta da una decina di giorni». Negli ultimi dodici mesi, c’è stato un altro incidente a Biassono che ha visto morire un centauro. In quell’occasione – nel mese di ottobre – aveva perso la vita Antonio Colciaghi, sempre di 51 anni, in via Cesana e Villa, non lontano dalla caserma dei carabinieri.
E.San

Lesmo, maggio 2008 Si terranno questo pomeriggio alle 15 in chiesa parrocchiale a Triuggio i funerali di Maria Grazia Marelli, la triuggese, classe 1952, rimasta vittima di un incidente stradale mercoledì in via Galilei a Lesmo. La donna, casalinga residente a Montemerlo, sposata con Eugenio Riva e madre della giovane Ilaria di diciotto anni, era molto conosciuta in paese per il suo impegno nel mondo del volontariato, soprattutto nel Comitato di gemellaggio con la città francese di Fismes. Erano da poco passate le 12.30 quando la donna stava percorrendo via Galilei con la sua Fiat Uno in direzione di Canonica. Una strada che faceva abitualmente e che conosceva bene. Dalla parte opposta, in direzione Peregallo, stava sopraggiungendo un grosso camion adibito al trasporto della terra nei cantieri edili, un Iveco, guidato da B.D., trentatreenne operaio della «Cozzaglio costruzioni» e residente nella zona. Gli uomini della Polizia locale lesmese sono al lavoro per cercare di capire l’esatta dinamica del sinistro. L’unica cosa certa è che auto e camion si sono scontrati a poche decine di metri dall’incrocio con via Volta, a Gerno. L’impatto è stato tanto inevitabile quanto devastante per la utilitaria, sbalzata sull’altra corsia e ridotta a un cumulo di rottami aggrovigliati. Il giovane operaio, sceso dall’abitacolo, ha cercato di prestare aiuto ma, non riuscendo a estrarre la donna dalla vettura, ha chiamato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della stazione di Arcore, i Vigili del fuoco di Monza e gli agenti della Polizia locale di Lesmo. Via Galilei è rimasta chiusa al traffico per diverse ore per permettere ai pompieri di demolire la macchina e riuscire a estrarre la donna, intrappolata al posto di guida. Un’operazione quest?ultima che ha preso quasi un’ora di tempo tanto erano contorte le lamiere della Fiat. Dopo che i pompieri sono riusciti a liberarla, la cinquantaseienne è stata caricata su un’ambulanza e trasportata di corsa all’ospedale di Monza. Qui i medici hanno constatato subito le gravi condizioni in cui versava la triuggese e hanno tentato di salvarle la vita portandola immediatamente in sala operatoria. Ma non c’è stato nulla da fare. La donna è morta poco dopo. Sotto choc il camionista, scoppiato in lacrime non appena ha realizzato la gravità della situazione. Sull’esatta dinamica e sulle cause dell’incidente stanno ora lavorando le forze dell’ordine sotto le direttive del magistrato competente.
Davide Perego

Cornate d’Adda, aprile 2008 Un fine settimana drammatico ha turbato la quiete di Cornate d’Adda. Domenica scorsa le strade cittadine sono state teatro di due incidenti mortali consumatisi in una manciata di ore. Sull’asfalto, privi di vita, sono rimasti prima Armando Ielo, 50 anni, motociclista, che ha perso coscienza sotto gli occhi del figlio dodicenne, e poi Angelo Colombo, 60 anni. Ielo, residente a Verderio, era in sella alla sua Bmw 1200KrSport, poco dopo l’ora di pranzo, e viaggiava da Cornate in direzione di Busnago sulla strada comunale per Cornate, quando la ruota posteriore si è bloccata. Sembra essere questa la causa della caduta costata la vita al cinquantenne, secondo quanto rilevato dai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Vimercate, intervenuti per i rilievi del caso. Il volo a terra è stato fatale per il padre, trascinato per metri dal pesante mezzo. L’uomo ha sbattuto contro a un palo della segnaletica stradale e poi contro un cavo d?acciaio che sorregge i pali della luce, compromettendo tragicamente le sue condizioni cliniche. E’ spirato poco dopo il ricovero all’ospedale di Vimercate, mentre il figlio dodicenne è uscito praticamente illeso dall’incidente, a parte un comprensibile stato di shock. I medici hanno stabilito una prognosi di tre giorni. Difficile spiegare le cause della tragica vicenda, ma pare che a causare il sinistro sia stato un guasto alla motocicletta. Un problema tecnico che ha immobilizzato la ruota posteriore mentre il mezzo era in corsa. Sul posto, oltre al Norm di Vimercate, alla Polizia locale di Cornate e ai volontari della Croce azzurra di Trezzo, i passanti che hanno prestato i primi soccorsi e cercato di calmare il povero ragazzino, ma anche la moglie della vittima, accorsa con il figlio più piccolo. Non sono trascorse nemmeno quattro ore e la strada a Cornate, è tornata a mietere vittime. Intorno alle 18.30, a perdere la vita è stato il sessantenne Angelo Colombo, ucciso dal violento urto di una moto in corsa. L’uomo, residente a Paderno D’adda, stava raggiungendo alcuni familiari in bicicletta. La tragedia si è consumata in via Caccia Dominioni lungo la quale viaggiavano, sulla stessa corsia, sia il ciclista che il motociclista, entrambi in direzione di Porto d’Adda. E’ stato quando la bicicletta ha svoltato a sinistra che c’è stato lo schianto. Da dietro veniva la Kawasaky Zx600 di R.S., classe 1980, residente a Cornate. Il ventottenne non è riuscito a evitare la bicicletta e ha centrato in pieno la due ruote di Colombo che è letteralmente volato via per poi schiantarsi a terra. In strada si sono precipitati i residenti, i parenti della vittima che abitano lì vicino, i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Vimercate e due ambulanze del 118. I volontari hanno lavorato a lungo per soccorrere il sessantenne, poi lo hanno trasportato d?urgenza presso l’ospedale di Vimercate. Qui, Colombo non ce l’ha fatta e poco dopo il ricovero è morto per le gravi lesioni riportate. Il motociclista, ricoverato al Mandic di Merate è invece fuori pericolo di vita, ma i medici hanno giudicato le lesioni subite guaribili in un mese circa.
Valeria Pinoia

Meda, marzo 2008 Ancora un morto sulle strade medesi. Si tratta di un giovane padre, uno straniero ben integrato nel tessuto sociale brianzolo, che stava realizzando il suo grande sogno: un futuro per la sua famiglia. Purtroppo però la vita di Oleg Sevcenko, moldavo di 32 anni, residente al Villaggio Snia di Cesano Maderno, si è spezzata in seguito al violento incidente stradale di sabato davanti all’impresa Cassina. Lui viaggiava sul sedile del passeggero di un’Opel Astra condotta da un connazionale. Dopo una giornata di lavoro alla Berloni Cucine, i due stavano percorrendo viale Francia in direzione Seveso, quando giunti all?altezza del passaggio a livello, sono entrati in collisione con un Gran Cherokee condotto da un lentatese di 27 anni. L’impatto è stato violentissimo. L’Opel ha finito la sua corsa contro un piloncino che delimita i binari. Sevcenko è morto sul colpo, mentre l’amico ha riportato qualche ferita. Il 32enne moldavo lascia una moglie e due figli di 7 anni e di 10 anni. La polizia stradale di Milano sta ricostruendo la dinamica del sinistro. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Seregno, l’Avis di Meda e la Croce Bianca di Seveso. Cri.Marz.