Bovisio, in via Zari una sartoriacon cinesi clandestini al lavoro

Bovisio – Cinque clandestini cinesi che lavoravano e abitavano in una manifattura di tessuti in pieno centro cittadino. A scoprirlo sono stati, nel corso di un servizio coordinato, i carabinieri del Radiomobile di Desio. In manette è finita la titolare dell’esercizio, 34 anni, residente a Baranzate con l’accusa di sfruttamento della manodopera clandestina e favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Arrestati anche Z.R. una donna di 37 anni e X.W. di 39 anni, due degli operai scoperti dai carabinieri, ma già interessati da un decreto di espulsione. L’operazione da parte dei militari è scattata nella tarda serata di martedì 27 aprile, in via Zari, nel fatiscente comparto dell’ormai noto NPP1 dove i carabinieri sono andati praticamente a colpo sicuro. L’attenzione da parte dei carabinieri al laboratorio di sartoria era scattata qualche giorno prima, sulla base di falso allarme che aveva fatto uscire due autopompe dei Vigili del Fuoco di Desio. Ma al loro arrivo i vigili non trovano alcun incendio in corso. Vengono però notate persone all’interno dell’NPP1. Persone che fuori degli orari di lavoro, in quel posto, non dovrebbero esserci. Scatta quindi la segnalazione ai carabinieri che accertano la presenza dei cinesi e effettuano i relativi controlli. Gli uomini dell’Arma trovano così il laboratorio clandestino dove i lavoratori cinesi erano costretti a lavorare e vivere in condizioni igieniche precarie e ritmi di lavoro massacranti. I due clandestini già interessati da un ordine di espulsione della questura sono stati processati per direttissima. Il giudice Simona Improta li ha condannati, dopo avere accolto il rito abbreviato, a quattro mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali. Essendo incensurati è stata concessa loro la sospensione condizionale della pena e sono stati rimessi in libertà.

Ivan Bavuso

Paola Farina