Besana, affaire piscina: Comunedovrà pagare 340mila euro

Besana – Il Tribunale amministrativo regionale condanna il Comune a pagare 340mila euro. Con sentenze emessa la scorsa settimana, il Tar della Lombardia si è espresso in merito al ricorso avanzato nel 2008 da Turra e Aquasport per la piscina che non c’è. Ed è proprio questa assenza al centro della vicenda urbanistica rimbalzata più volte nelle aule della giustizia. Era l’inizio di gennaio quando a Villa Borella arrivò l’ingente richiesta di risarcimento danni da parte delle società che non avevano potuto realizzare l’impianto natatorio al centro sportivo di Villa Raverio per la “cancellazione” del project financing da parte della giunta Cazzaniga, nel 2007. Una dettagliata relazione in cui il valore del mancato guadagno derivante dalla mancata assegnazione dell’appalto per la progettazione, la costruzione e la gestione del centro natatorio, era stato quantificato nella esorbitante cifra di oltre tre milioni e 200mila euro. Il Tribunale amministrativo regionale, che aveva accolto il ricorso e aveva condannato il Comune al risarcimento dei danni provocati alle due società sportive, ha ora quantificato il risarcimento per le spese sostenute nella progettazione e per le perdute chances di guadagno derivanti dalla gestione. I due privati chiedevano la sospensione e il contestuale annullamento delle delibere di giunta e del consiglio comunale (datate ottobre 2008) che archiviavano il progetto, e di ogni altro provvedimento antecedente e conseguente, compresi il decreto del Presidente della Repubblica e il parere del Consiglio di Stato, chiamati ad esprimersi nel corso della travagliata querelle. Il Tar – in estrema sintesi – aveva condannato l’ente pubblico locale al risarcimento dei danni per la mancata realizzazione del progetto natatorio approvato in via definitiva nel 2004, ultimo atto della giunta del sindaco Antonio Mauri. Da lì era partita la contestazione che in questi anni ha visto scendere in campo tre soggetti: le due società promotrici, l’ente pubblico locale e i dodici commercianti tutelati dall’avvocato Umberto Grella, che si erano rivolti al Presidente della Repubblica con un ricorso anti-piscina con annesso centro commerciale, andato a buon fine. Grella commenta: «Il caso Besana potrebbe essere usato a esempio di come non si fa una convenzione tra Comune e privato. Io e i miei assistiti non possiamo che essere molto soddisfatti che l’opera folle di Mauri sia stata fermata. Spiace un po’ per il Comune, ma devo dire che, con tutti i pasticci commessi, se l’è proprio cercata. Il problema vero è che ora il fascicolo andrà alla Corte dei conti: 340mila euro sono un danno erariale», conclude l’avvocato lasciando intendere come la partita non sia ancora chiusa.
Alessandra Botto Rossa