Bellusco rompe il patto di stabilitàUn milione di arretrati da pagare

Bellusco non rispetterà il patto di stabilità. Il sindaco ha fatto sapere di aver dato mandato agli uffici di procedere con il pagamento di tutte le cifre insolute di fatture di fornitori del Comune per lavori già eseguiti. Nonostante il patto di stabilità.
Bellusco rompe il patto di stabilitàUn milione di arretrati da pagare

Bellusco – Bellusco non rispetterà il patto di stabilità. La decisione dell’amministrazione guidata da Roberto Invernizzi è stata annunciata giovedì sera in consiglio comunale. Durante le comunicazioni iniziali il sindaco ha fatto sapere di aver dato mandato agli uffici di procedere con il pagamento di tutte le cifre insolute di fatture di fornitori del Comune per lavori già eseguiti. Nonostante il patto di stabilità.

«Situazione che avevamo già denunciato in diverse manifestazioni pubbliche, come quelle dell’Anci – ha spiegato Invernizzi -. Eppure nonostante gli sforzi è difficile rispondere alle esigenze senza compiere scelte come la dismissione del patrimonio comunale, o la compromissione del territorio ». Il primo cittadino ha specificato che Bellusco ha una disponibilità di cassa quantificata in oltre 3 milioni di euro e che dunque è assurdo non riuscire a pagare i fornitori.

«Restano fatture per circa 790mila euro – ha sottolineato – di artigiani e professionisti che hanno lavorato seriamente per l’ente. Il patto di stabilità nega non di finanziare, ma di pagare. E un ente pubblico non può diventare un elemento malato e di disequilibrio per il territorio. Abbiamo la necessità di essere una presenza positiva e di equità, dobbiamo pagare chi ha lavorato per noi. Quelli fatti in questi anni sono stati interventi necessari e non cattedrali nel deserto. Nel futuro non avvieremo opere se non riusciremo a garantire il rispetto dei normali patti commerciali con chi le esegue». Tra le cifre citate dal sindaco, ci sono anche quelle che riguardano gli oneri di urbanizzazione, drasticamente crollati nell’ultimo triennio: si va infatti da somme che oscillano tra i 700mila euro del 2007 e del 2009, fino a raggiungere i 900mila nel 2008, ai dati più recenti che parlano di soli 143mila euro.

«E questo non è un effetto degli strumenti urbanistici nuovi – ha detto Roberto Invernizzi al consiglio -: nel pgt ci sono convenzioni che non sono mai state realizzate, a causa della crisi del settore immobiliare ». Il non rispetto del patto imporrà al paese una limitazione delle spese del 3% rispetto all’ultimo consultivo, cioè di 159mila euro; non sarà possibile assumere nuovo personale, l’indebitamento del Comune, cioè la possibilità di accedere a mutui, e saranno ridotti del 30% i gettoni di presenza degli amministratori. Fuori dal patto di stabilità invece il capitolo riguardante il patto dei sindaci (approvato giovedì sera), con i fondi provenienti dall’Unione europea.
Letizia Rossi