Barlassina, chiude la InterfilaRientro shock per 50 dipendenti

Barlassina – Dopo Selettra anche la Interfila annuncia la chiusura definitiva. Dopo l’annuncio della chiusura della fabbrica di apparecchiature per l’industria elettronica, un’altra azienda della zona industriale di Barlassina rende nota l’intenzione di chiudere i battenti. Si tratta della Interfila di via Capuana, che produce componenti plastici per il makeup e la cosmesi e che fa capo alla società Intercos, terzista fornitrice di semilavorati con un portafoglio clienti localizzato soprattutto all’estero. Chiusura che significa 50 dipendenti in cassa integrazione a zero ore.

La chiusura – E proprio il giro di affari spostato all’estero, è uno dei motivi addotti dalla proprietà per l’avvio della dismissione del sito barlassinese, in base a quanto riferito da Gianfranco Morani che sta curando la vertenza per conto della Femca Cisl. «L’80 per cento delle commesse arriva dagli Stati Uniti – spiega Morani -: inevitabile che la proprietà cominciasse a pensare ad un trasferimento all’estero». Un altro fattore che ha convinto la proprietà a decidere la chiusura, è la progressiva inadeguatezza dei capannoni di via Capuana diventati progressivamente sempre più inadatti ad ospitare i macchinari. A ciò si sono aggiunti i cali della produzione negli stabilimenti di Limbiate, che hanno sconsigliato ogni possibile trasferimento di personale, e la scadenza del contratto di affitto dei capannoni di Barlassina, nel prossimo febbraio.

I dipendenti – La proprietà ha deciso di non rinnovare il contratto di locazione, annunciando quindi l’intenzione della chiusura definitiva, la dismissione e il trasferimento all’estero del sito produttivo. In questi primi giorni di settembre è cominciata la cassa integrazione totale per il personale di via Capuana, che entro qualche settimana condurrà allo stop definitivo della produzione. In base alle prime indicazioni fornite dalla proprietà, 15-17 unità dovrebbero essere reimpiegate nello stabilimento di Limbiate. Altri potrebbero trasferirsi ad Agrate mentre è più difficile pensare ad un reimpiego negli stabilimenti di Dovera, vicino Cremona.

I sindacati
– Nell’incontro già fissato per il prossimo 22 settembre con la proprietà, le rappresentanze sindacali proporranno di prendere in considerazione anche la possibilità di alcuni prepensionamenti negli altri stabilimenti della zona, che pur accusando evidenti segnali di crisi, sono destinati a proseguire la produzione. L’avvio del prepensionamento in alcuni siti produttivi della zona potrebbe incrementare le possibilità di reimpiego del personale che sta per fuoriuscire da Barlassina.
Pier Mastantuono