Arcore, crolla il reddito di Berlusconi

Arcore, crolla il reddito di Berlusconi

Arcore – Ricchi, invidiati, irraggiungibili, ma anche poveri, poverissimi, nullatenenti: la radiografia dei redditi dei politici italiani offre molte conferme e qualche sorpresa. Da oggi, infatti, sono consultabili dai cittadini le dichiarazioni dei redditi 2008 (relative all’anno fiscale 2007) di parlamentari e personalità di governo. Silvio Berlusconi resta il più ricco anche se i suoi redditi calano vertiginosamente, seguito, sia nel governo che a Montecitorio, da Giulio Tremonti.
Al Senato invece è l’oncologo Umberto Veronesi a battere tutti.
Ma i partiti hanno candidato anche persone che nel 2007, almeno stando alle loro dichiarazioni, erano decisamente poveri, come l’imprenditore napoletano Massimo Nicolucci, Pdl, che dichiara 215 euro.

La prima sorpresa viene dal reddito del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ‘crolla’ rispetto all’anno precedente: il premier ha un reddito imponibile di 14.532.538 euro, un decimo circa rispetto all’anno precedente quando dichiarava 139.245.570 euro (peraltro cinque volte in più rispetto alle dichiarazioni dei redditi del 2006). Cos’è accaduto? Ai commercialisti l’ardua sentenza. Ad ogni buon conto, il premier dichiara di aver pagato una imposta netta di 6.237.688 euro e denuncia il possesso di cinque appartamenti a Milano, di cui 2 per uso abitazione, 2 box, una comproprietà al 7,46% sempre nel comune di Milano, e un terreno ad Antigua nei Caraibi. Le ville? Evidentemente non sono intestate a lui personalmente, ma le barche (tre) e le auto (due) sì. Numerose le partecipazioni societarie dirette, in gran parte in aziende e holding finanziarie del suo gruppo.

Tra i leader politici e le cariche istituzionali, il presidente del Senato Renato Schifani batte quello della Camera Gianfranco Fini, avendo dichiarato 159.809 euro, più un’abitazione a Palermo. Il primo inquilino di Montecitorio si ferma ad un imponibile di 105.633, e non possiede case. Nel Pd l’avvicendamento alla segreteria ha comportato anche un calo del reddito: se Walter Veltroni dichiarava 477mila euro, il suo successore Dario Franceschini si ferma a 220mila. Meno del neosegretario del Pd dichiarano il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, con 142mila, e il leader della Lega Umberto Bossi con 134mila. Più ricco Antonio Di Pietro, con 218mila. La curiosità è che sia Franceschini che Casini sono scavalcati nella classifica dei redditi dai rispettivi portavoce, Piero Martino e Roberto Rao (223mila il primo, 190mila il secondo). Scendendo dai leader al livello immediatamente più basso, grandi differenze fra i ‘triumviri’ del Pdl: Denis Verdini nel 2007 ha guadagnato 728mila euro e predilige gli investimenti in azioni, Ignazio La Russa 490mila ma si rivolge più volentieri al mattone, visto che possiede diverse case e terreni fra Milano, Genova, il Piemonte e la Sicilia; ultimo fra i big azzurri Sandro Bondi: denuncia 126mila euro e solo una casa. Ad Arcore.

Tra i ministri, Giulio Tremonti, titolare dell’Economia, nel 2008 ha reso al fisco una dichiarazione da 4.536.164 euro. Al terzo posto tra i ministri al governo è il già citato La Russa, seguito dal ministro della P.a., Renato Brunetta, che dichiara 228.313 euro e poi dai leghisti Roberto Calderoli, con 223.199 euro, e Roberto Maroni, con un imponibile di 220.125 euro. Penultimo è il Guardasigilli Angelino Alfano con un imponibile di 123.939 euro, fermo a zero Franco Frattini, ma nel 2007 era commissario europeo ed ha pagato le tasse in Belgio. Più ricchi della gran parte dei ministri sono i sottosegretari alla presidenza del Consiglio: primeggia Gianni Letta con 1.154.962 euro. Di poco staccato Guido Bertolaso con 1.013.822 euro. Poi c’è Rocco Crimi con un reddito imponibile di 473.198 euro, quindi Michela Brambilla con 311.499 euro. La segue Gianfranco Miccichè con 228.696 euro.
(Apcom)